da la Repubblica.it , Economia e Finanza
MILANO - Confidustria mette l'accetto sulla disoccupazione giovanile: "Siamo in una situazione disperata" ha detto il numero uno degli imprenditori, Giorgio Squinzi, al convegno dell'Osservatorio permanente giovani-editori. Parlando della riforma del lavoro ha spiegato che il vero problema è la mancanza di impiego tra i giovani: "Rischiamo di perdere una-due generazioni di giovani. Io sono a favore del posto fisso. Devono esserci meno posti di lavoro temporaneo e più posti di lavoro a tutto campo, ma anche la flessibilità. Chi entra nel mondo del lavoro pensando solo al posto per la vita, non ce lo possiamo più permettere. La competizione è globale, ognuno deve dare il proprio contributo per rendere imprese più competitive".
"Meccanismi per incentivare entrata dei giovani"."Abbiamo un sistema distorto che viene da lontano - ha proseguito Squinzi -. La flessibilità in uscita ha reso più difficile anche l'entrata nel posto di lavoro. Una liberalizzazione aiuterebbe. Dobbiamo pensare a meccanismi di incentivazione dell'entrata dei giovani. Ad esempio, noi non abbiamo più in Italia l'apprendistato, che in Germania è importantissimo. L'ex ministro Fornero, infatti, stava per spingere sull'apprendistato".Siamo un "paese con infrastrutture scassate", con una "mentalità anti-imprese" ma "possiamo giocare la Serie A", ha aggiunto. In Italia - ha continuato il numero uno degli imprenditori
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"Le nostre aziende stanno facendo una fatica disperata, soprattutto quelle legate al mercato interno. Chi esporta, in qualche modo ha tenuto. Chi è crollato sono imprese che operano sul mercato nazionale: il settore emblematico - ha proseguito Squinzi - è quello dell'edilizia. Negli ultimi 4 anni sono stati persi 450 mila posti lavoro nell'edilizia".
Le reazioni. Parole di Squinzi che hanno suscitato subito una serie di reazioni. Il primo commento arriva dalla segretaria di Cgil Susanna Camusso: In Italia "per molto tempo" la classe dirigente e quella imprenditoriale hanno deciso di "non investire" nel mondo del lavoro. Il "ritardo tecnologico è in gran parte responsabilità delle imprese". E ha aggiunto: "Ci sono delle cose di cui indubbiamente bisogna fare fronte comune come il dire che l'attenzione non può essere su altri temi ma deve tornare sul lavoro, sugli investimenti, su come si rimette in moto la crescita in questo Paese".Il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella ha accolto "con assoluta convinzione l'invito del Presidente Squinzi che per uscire dalla crisi esorta sindacati e imprese a remare tutti dalla stessa parte"
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