Uno studio caso-controllo condotto in 7 ASL italiane non ha evidenziato un aumento del rischio di emorragie associato all'uso di antidepressivi, ma solo un lieve, seppur significativo, incremento di quelle gastrointestinali.
..............Il basso numero di eventi non permette di definire il rischio associato a ciascun antidepressivo. Tale rischio comunque risulta essere particolarmente rilevante nei soggetti di età superiore a 65 anni. Rispetto alla comparsa di emorragie gastrointestinali, gli antidepressivi sono associati ad un modesto incremento del rischio (OR 1.34; 95%CI 1.01-1.80), mentre, per quanto riguarda i sottogruppi, i triciclici non incrementano il rischio, gli SSRI aumentano il rischio ma non significativamente, gli altri antidepressivi invece sono associati ad un aumento significativo del rischio (OR 1.74, 95%CI 1,04-2,93; ). Tale rischio risulta aumentato nei soggetti di età uguale o superiore a 65 anni (OR 1,63, 95% CI 1,13-2,35; ).
L'analisi evidenzia come l'utilizzo di farmaci antidepressivi non aumenti il rischio di ricoveri per emorragia. Si registra invece un lieve incremento del rischio di emorragie gastrointestinali, anche se minore rispetto ai precedenti studi epidemiologici.
Questi risultati apparentemente contrastano con altri studi di recente pubblicazione e possono essere dovuti a differenze nella selezione dei controlli o nel livello di rischio della popolazione. Nel presente studio, per essere più conservativi possibile, i controlli sono stati individuati tra i ricoverati per diagnosidi natura non emorragica, evitando di comparare soggetti a differente rischio di ricovero, e sono stati esclusi a priori i soggetti ad elevato rischio di emorragie. Permangono comunque delle limitazioni: è possibile che l'utilizzo di antidepressivi sia associato ad emorragie di lieve entità trattabili fuori dall'ospedale e quindi non evidenziabili dallo studio; il database ARNO non raccoglie informazioni sulle diagnosi cliniche, sull'abitudine al fumo, sull'obesità e su altri fattori che possono essere correlati alla comparsa di emorragie, pertanto questi fattori confondenti possono essere presenti in misura diversa nei casi o nei controlli. Inoltre, alcuni soggetti possono aver assunto FANS, corticosteroidi, antiemorragici e antitrombotici senza prescrizione e quindi non sono stati esclusi; infine, il numero assoluto di casi con emorragie gastrointestinali non è statisticamente sufficiente per poter definire il rischio associato a ciascun antidepressivo. È stato osservato un aumento di rischio clinicamente rilevante per trazodone e mirtazapina, ma il limitato numero di eventi non permette di fornire risultati clinici certi.
Nella pratica cllnica l'ideale sarebbe riuscire a stabilire il rapporto rischio/beneficio derivante dall'utilizzo di antidepressivi per ogni singolo paziente. Anche se ciò non è possibile, nel presente studio si evidenzia come il rischio di ricovero per emorragie associate all'uso di antidepressivi probabilmente sia più basso di quanto precedentemente riportato, sebbene permanga un aumento significativo delle emorragie gastrointestinali.Il rischio può essere particolarmente rilevante nei pazienti di età superiore ai 65 anni, suggerendo quindi la necessità di monitorare il rischio emorragico in questi soggetti. I medici dovrebbero raccomandare ai pazienti a maggior rischio (anziani, soggetti con storia di ulcere o emorragie gastrointestinali, cancro) di ridurre l'uso concomitante di farmaci che inducono sanguinamento.
Si ringraziano per la consulenza e la collaborazione: M Grassetti (ASL Genova), A Orsini (ASL Teramo), B Pari (ASL chioggia), A Pedrini (ASL Alta Padovana), G Rizzotti (ASL Adria) e MG Zogno (ASL Este).
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