sabato 7 febbraio 2009

Vedere con gli occhi della mente

dal sito dell'Istit. Naz. Neuroscienze ,  20-02-2008 

La nostra capacità di immaginazione attinge al mondo reale oppure no? Uno studio dell'INN di Verona pubblicato su Cortex, e condotto su due casi clinici, dice di no.

La nostra capacità di immaginazione attinge al mondo reale oppure no? I risultati scientifici dimostrano che possiamo ricostruire mentalmente non solo l’immagine visiva di un paesaggio o il volto di una persona, ma anche lo squillo di un telefono, la fragranza di un profumo, il sapore di un piatto prelibato o la morbidezza del velluto: tutto senza che gli stimoli provenienti da questi elementi raggiungano realmente i nostri sensi.

Grazie a due casi clinici particolarmente eloquenti, una ricerca pubblicata questo mese sulla rivista scientifica Cortex sostiene l’ipotesi che un difetto nella capacità di percepire gli stimoli visivi che colpiscono la retina non riduce la nostra capacità di elaborare immagini visive mentali e che quindi le due funzioni cognitive sono, almeno in parte, distinte. Inoltre, i dati sperimentali dimostrano che i circuiti neuronali coinvolti nella formazione delle immagini visive mentali sono localizzati nel lobo temporale sinistro della corteccia cerebrale. I principali autori di questo studio sono la dottoressa Valentina Moro e il professor Giovanni Berlucchi, entrambi dell’Università di Verona, e il professor Salvatore Aglioti, del Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma............................I meccanismi e le aree cerebrali coinvolti nella formazione di immagini mentali e quindi della nostra immaginazione sono al centro di un lungo dibattito interno al mondo delle neuroscienze cognitive................Alcuni ricercatori, come Stephen Michael Kosslyn, sostengono 

 le aree della corteccia primaria, la porta di ingresso che le informazioni 

 fornite dagli occhi utilizzano per accedere alla corteccia cerebrale, siano necessarie anche alla generazione delle immagini visive mentali. Altri, tra i quali Giovanni Berlucchi e Paolo Bartolomeo, sono convinti che le due funzioni cognitive abbiano substrati corticali almeno in parte differenti: la percezione degli stimoli visivi sarebbe più strettamente legata alla corteccia visiva primaria, mentre la formazione di immagini mentali visive dipenderebbe strettamente dalla corteccia del lobo temporale sinistro. (per l'art. completo  clicca sul titolo)

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