di ANTONIO CIANCIULLI da Republica delo 25/2/09
Conviene investire l'equivalente di una robusta finanziaria in una tecnologia che non ha risolto il problema delle scorie nucleari? Conviene in un paese in cui le bucce di arancio della pattumiera sono già un problema? Guardando dalla prospettiva del fine attività, i consensi scendono. Ma l'appeal della tecnologia francese li fa risalire. Ecco una carrellata dei diversi punti divista. Luciano Maiani, presidente del Cnr: «bisogna investire nella ricercaTra i punti che preoccupano di più lo smaltimento delle scorie.Abbiamo un deficit del 12—15 per cento nella produzione di energia elettrica e compensiamo comprando all'estero, dal nucleare potremmo ricavare la quota che manca. Anche perché la tecnologia è sicura e con i reattori di quarta generazione lo diventerà ancora di più: ma per arrivarci dobbiamo entrare ora in gioco. Inoltre l'idea di un posto in cui mettere le scorie in sicurezzaper centinaia di migliala di anni è un'utopia, per lo smaltimento bisogna investire in ricerca». Angelo Baracca, docente di fisica a Firenze. «Ma non avevamo bisogno di energia subito? E allora perché, invece di aspettare il 2020, non facciamo come la Spagna, 3.500 megawatt di eolico in un anno, cioè l'equivalente di più di due grandi centrali nucleari? E poi l'elettricità vale un quinto della torta energetica: gli incentivi per rendere più efficienti case e macchine andrebbero aumentati, non tagliati». Edgardo Curcio, presidente dell'Associazione italiana economisti dell'energia:«Sì al nucleare per ridurre i gas serra e perché quando le centrali entreranno in funzione il prezzo dell' energia sarà di nuovo alto. Ma bisogna fare in modo che il costo non ricada sulle spalle dei consumatori: gli investitori privati devono assumersi i rischi dell'impresa». Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace: «Anche raddoppiando il numero attuale dei reattori, la riduzione delle emissioni sarebbe inferiore al 5 per cento, e occorrerebbe mettere in rete un reattore alla settimana fino al 2030. La costruzione del reattore finlandese di terza generazione ha mostrato le bugie dei conti nucleari: il costo è già aumentato di oltre il 50 per cento. Puntando sul nucleare, mentre gli Stati Uniti si spostano su efficienza e rinnovabili, l'Italia disperderebbe risorse a favore del costruttore francese, quasi interamente pubblico». Chicco Testa, ex presidente Enel: «L'accordo con la Francia è positivo perché ci consente di utilizzare una delle migliori tecnologie oggi disponibili senza farci colonizzare dai francesi, visto che l'Enel si aggiudica una partecipazione importante in Francia e in altri paesi. Ma i siti restano un problema perché Berlusconi ha fatto la campagna elettorale in Sardegna garantendo che non si sarebbero costruite centrali nucleari sull'isola. Alle prossime amministrative immagino che le altre regioni si aspettino un analogo impegno». Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club: «Imbarcarsi nel nucleare ora significa fare un regalo ai francesi, con ricadute limitate per le nostre industrie ed un aggravio per le bollette. L'energia atomica è in declino nel mondo: secondo le previsioni ufficiali dell'Iea, l'Agenzia internazionale dell'energia, al 2050 il nucleare contribuirà solo al 6 per cento della riduzione delle emissioni serra su scala mondiale, contro il 21 per cento delle rinnovabili e il 36 per cento dell' efficienza». Alessandro Clerici, del World Energy Council: «Come ho scritto per il Nimby Forum, nucleare sì ma solo rispettando regole precise e trasparenti sulla scelta dei reattori, dei siti e delle misure di sicurezza». Giovanbattista Zorzoli, presidente Ises: «Vedo due problemi consistenti. Primo: la disponibilità di credito è sempre stata il punto debole del nucleare perché è dura concedere i finanziamenti oggi per avere tra dieci anni un'energia a un prezzo difficile da quotare, e con la crisi che spinge le banche a chiudere i rubinetti. . Secondo: solo a Caorso c'è la possibilità di mettere in rete 1.600 megawatt concentrati in un punto, fare le centrali vuoi dire mettere mano in maniera importante alla rete elettrica».
Intervista a Scalia da Repubblica , idem
Scalia e' un ambientalista, professore universitario (insegna Fisica ambientale) terrorizzò il Parlamento illustrando quanto fosse infida una centrale nucleare. Scalia faceva coppia fissa con Gianni Mattioli, un altro professore sempre ben vestito e col farfallino , «Le dico solo che il Loca è dato a 10-3». E' una cosa cattivissima? «Un incidente ogni mille reattori all'anno. Questo è certo». La ricerca ha fatto grandi passi avanti. «Zero. La fisica è rimasta più o meno a quella che avevamo trenta quaranta anni fa. Reattori di terza generazione. Embè? E cosa sono?» Sicuri. «I radionuclidi durano centinaia di migliala di anni». Cattivi «Stacchi l'uranio 235». Ah, l'uranio. «L'unico che ha tentato di fare qualcosa di innovativo è stato Rubbia che ha usato il il torio». Che sembra anche meno pericoloso «Ha fatto simulazioni con un reattore al torio sottocritico». Quindi già qualcosa s'è capito. «Ma non gli hanno dato i soldi, nessuno ha speso per la ricerca, per verificarne esattamente le condizioni». Eadesso? «Adesso Berlusconi da i soldi ai francesi che hanno questa società molto agressiva, Areva, che costruisce. Ma costruisce roba vecchia. La verità è questa». Scajola garantisce. «Macché! Le componenti ingegneristiche possono essere moderne, ma la fisica, la procedura è tale e quale. Solo Rubbia ha fatto qualche passo in avanti e le sue scorie si consumano in 700 anni». Settecento anni. «Voglio dire: ma lei sa qual è la percentuale di energia elettrica sul totale dei nostri consumi? Il venti per cento. Il nucleare nei paesi industrializzati produce il 30 per cento di quel venti. Quindi è una cosina». Piccola. «Su scala mondo produce 2800 miliardi di kilowattora». Tanto. «Ma cosa tanto? Solo con l'idroelettrico arriviamo ai 3000 miliardi di kilowattora». Professore, in Parlamento adesso nessuno ne capisce granché. «Il male sottile della politica resta sempre qui dentro». Se ci tornasse. «Ma come faccio, ho l'università!». Magari insieme a Mattioli. «Puntiamo sul 20-20-20 della Merkel anziché sbracare con Sarkozy». Dovrebbe farsi invitare in Parlamento. «Ma hanno capito che quei reattori sono roba vecchia?». Berlusconi è certissimo. «Con lui inizierei dal cesio 135. Lei ha capito almeno di cosa parlo?».
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