lunedì 2 febbraio 2009

Neurofilosofia ??

di Michele Di Francesco 

II mio intervento sul Dome­nicale scorso, nel quale esprimevo qualche caute­la sulle ambizioni della «neu­rofilosofia», ha avuto come contrappunto uno dei consue­ti brillanti esempi di «Filoso­fia minima», di Armando Massarenti. In esso si sottolinea­va come la dogmatica pretesa che ci debbano essere campi necessariamente preclusi al­la ragione scientifica non può che rappresentare un ostaco­lo alla conoscenza. L'osserva­zione è condivisibile e opportuna. Come avevo scritto ben chiaro nel mio intervento, ab­biamo già imparato moltissi­mo sulla mente grazie allo svi­luppo delle neuroscienze, e senza dubbio moltissime al­tre cose impareremo. La nota di Massarenti era arricchita da un riferimento a un autore a me molto caro, Bertrand Russell, che mi offre lo spun­to per proseguire la discussio­ne sul tema del naturalismo. In particolare ho in mente un passo tratto dal saggio sul metodo scientifico in filosofia, del 1914. In esso, Russell affer­ma che la filosofia dovrebbe trarre la propria ispirazione dalla scienza, aggiungendo pe­rò che l'invito a basarsi sulla scienza può essere inteso in due modi: basarsi sui risultati o basarsi sui metodi. «Essa può enfatizzare i risultati più generali della scienza e dar lo­ro una generalità e unità anco­ra maggiore. O può studiare i metodi della scienza, e cerca­re di applicare tali metodi, con i necessari aggiustamen­ti, al proprio ambito. Molta fi­losofia ispirata dalla scienza è stata fuorviata dall'attenzio­ne ai risultati che volta a volta

 venivano considerati come acquisiti. Non sono i risultati

 ma i metodi che possono esse­re trasferiti con profitto dalla sfera delle scienze.particolari a quella della filosofia».

Anche se non lo sottoscri­vo (alcuni risultati so­no importanti), io trovo in questo passaggio molta sag­gezza: occorre essere cauti nel ; generalizzare risultati scientifici; il rischio è di tra­sformare un'ipotesi empirica e una fonte di progresso intel­lettuale in un dogma metafisico e una camicia di forza al pensiero.Dopo essere vissuti nell'il­lusione di poter ridurre la mente al linguaggio, alla cul­tura, ai rapporti di produzio­ne, ai meccanismi di rimozio­ne delle pulsioni libidiche eccetera ora è la volta del cer­vello. Può essere la volta buo­na, ovviamente. Ma occorre essere consci dei pericoli. Russell nel 1914 citava alcune idee di Herbert Spencer sul­l'evoluzione come esempio del modo in cui «il filosofo è tentato di dare un'aura di as­solutezza e necessità a gene­ralizzazioni empiriche».Oggi ammirare il lavoro del­le neuroscienze e tentare di usarlo per la chiarificazione di millenari problemi filosofici deve essere compatibile con l'attenzione a non scivolare in una forma

 di "spencerismo" aggiornato. Trovare l'equilibrio non è semplice, ma è un compito importante.

Forse, una delle principali sfide che ha di fronte la filosofìa.

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Non osando proporre al lettore filosofico la lettura di un manuale di neuroscienze (ne esistono diversi, ma hanno un target meno divulgativo che specialistico) consiglio però caldamente l’interessante Prima lezione di neuroscienze di Oliverio. Dello stesso autore anche Esplorare la mente. Il cervello tra filosofia e biologia, che aiuta ad evitare e anzi superare lo iato tra le “due culture”... Di seguito una bibliografia minima di opere di neuroscienziati tradotte in italiano: Damasio, L’errore di Cartesio..................... Damasio, Emozione e coscienza................... Damasio, Alla ricerca di Spinoza..................... Edelman, Sulla materia della mente.................. Edelman, Più grande del cielo........................ Gazzaniga, La mente etica....................... Goldberg, L’anima del cervello....................... Pinker, Come funziona la mente........................... Ramachandran, La donna che morì dal ridere........................ Ramachandran, Che cosa sappiamo della mente........................ Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello....................... Sacks, Un antropologo su Marte...................... Changeux – Connes, Pensiero e materia......................... Changeux, L’uomo neuronale........................ Varela, L’albero della conoscenza......................... Lurija, Un mondo perduto e ritrovato.......................... Lurija, Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla................................. Altri strumenti di lavoro li citeremo strada facendo........................

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