Torino PostIndustriale , la crisi industriale e' elevata. Cosa propongono e fanno l'Universita' e la Regione Piemonte.
Da La Stampa del 8/2/09 , Cronaca di Torino
La posizione del Prof.Pellizzetti , Rettore dell'Universita' di Torino , clicca ….........................dato centrale del discorso che si riferiva al ruolo fondamentale che l'Università riveste rispetto alla realtà cittadina in termini non soltanto culturali, ma sociali, economici e di sviluppo; nessuno ha messo in evidenza il ruolo dell'Università come costante creatore di posti di lavoro stabili in dimensioni che nessun altra struttura pubblica e privata oggi è in grado di fare..........................l'Università contribuisca attraverso una partita di giro quasi alla pari a restituire allo stato e agli enti locali poco meno del 90% dì ciò che riceve come fondo di finanziamento statale; nessuno ha riflettuto come proprio m fermo ne della sua forza di impatto socioeconomico e della sua poli-funzionalità culturale, didattica e scientifica l'Università di Torino sia la sola Istituzione della città e della Regione da cui può passare e consolidarsi un effettivo cambiamento della monocultura piemontese tutt'altro che superata come gli effetti della crisi dell'auto stanno a dimostrare........ impegno volto a creare, attraverso ' il potenziamento delle scuole di dottorato e l'avvio della Scuola Superiore dell'Università di Torino, una nuova, preparata e flessibile classe dirigente cittadina capace, per l'ampiezza della sua cultura, di immaginare e conformare il futuro, e di guidare verso esso la società...........In-somma se il sistema universitario entra in crisi a scapitarne sono in primo luogo la città e la regione e poiché fl 70% di quel sistema è rappresentato dall'Università di Torino la preoccupazione dovrebbe essere di tutti. ...................................Un Ateneo di prestigio internazionale è una risorsa che si genera col lavoro e l'impegno di molte generazioni e va tutelata come un bene prezioso. Noi crediamo che l'autorevole invito del Sindaco di Torino vada onorato affrontando i nodi strutturali che ancora ostacolano una piena e virtuosa collaborazione tra le Università piemontesi. In particolare ci pare opportuno aprire un dibattito su due temi centrali: Governance e Infrastrutture. Per quel che riguarda la Governance, si può ripartire dall'Accordo di Programma del 2007 fra il Ministero dell'Università e della Ricerca, la Regione.....e le Università del Piemonte (il cosiddetto Sistema delle Università piemontesi) che prevede tra i settori di intervento il potenziamento della rete universitaria regionale, attraverso lo sviluppo di modelli di governo tesi a massimizzare l'efficacia delle azioni dei quattro Atenei piemontesi. Gli obiettivi prioritari dovrebbero essere un'offerta formativa organica ed integrata tra le Istituzioni universitarie e la collaborazione strutturata di ricercatori appartenenti ad Atenei diversi, con competenze interdisciplinari, condizione essenziale per competere a livello internazionale nei settori scientifici e tecnologici di frontiera................. il miglioramento dell'efficienza degli attuali sistemi informativi, spesso frammentati, * progetto di un'unica grande infrastuttura informatica; l'opportunità di promuovere una maggiore sinergia tra gli incubateti accademici, troppo parcellzzati tra le varie sedi territoriali delle università piemontesi. La posizione della Regione Piemonte (dal sito della Regione Piemonte , clicca x link) ...........................Le politiche regionali puntano a incentivare la ricerca vista come fattore di sviluppo, di innovazione e di internazionalizzazione della realtà piemontese, promuovendo la collaborazione tra le diverse realtà esistenti. Il Piemonte può infatti contare su 4 Università con 85 Dipartimenti,oltre 200 centri di ricerca, 380 laboratori, 6 parchi scientifici e tecnologici, numerosi servizi per la ricerca e fondazioni di ricerca e di origine bancaria. Gli addetti alla ricerca e sviluppo nella regione sono oltre 23.000, di cui oltre 15.000 in imprese, più di 1500 in enti di governance e circa 6500 negli atenei. La bilancia tecnologica dei pagamenti, che esprime la capacità del Piemonte di esportare servizi innovativi e know-how, presenta un saldo positivo pari a 270 milioni di Euro nel 2006. Infine, il Piemonte investe l’1,8% del proprio PIL in ricerca e sviluppo. Di questo, circa l’80% deriva dal settore privato...... ...Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche , il sistema universitario del Piemonte si compone di quattro atenei dove quasi 20.000 studenti si laureano ogni anno in Piemonte e oltre 6.400 ricercatori svolgono le proprie attività di ricerca all'interno degli atene; i rappresentanti dei quattro atenei partecipano al Comitato Regionale per la Ricerca e l'Innovazione.........Programma Triennale della Ricerca Il Programma Triennale della Ricerca (Regione Piemonte) individua gli obiettivi e le azioni previste per il triennio 2007-2009. Con l’obiettivo generale di abilitare il territorio piemontese a compiere la transizione verso un modello economico fondato sulla conoscenza diffusa e sull’innovazione, le azioni previste dal programma triennale di ricerca si prefiggono di accompagnare il raggiungimento di alcuni obiettivi di carattere strategico: Sostenere direttamente le attività di sviluppo di nuove conoscenze e nuovi saperi; Sostenere e potenziare l’attrattività internazionale del sistema regionale della ricerca e dell’alta formazione; Sostenere e potenziare il sistema regionale dell’alta formazione; Ridefinire la governance del sistema regionale dell’innovazione e della ricerca, qualificando la spesa regionale attraverso criteri di selettività, specializzazione e valorizzazione dei risultati; Sostenere l’emergere di una domanda qualificata di innovazione; Sostenere le attività innovative delle imprese; Favorire la collaborazione tra il sistema della ricerca e il sistema industriale; Favorire l’integrazione, il coordinamento e la sinergia tra i diversi livelli di governo e pianificazione delle politiche della ricerca, con particolare riferimento alle politiche nazionali ed europee. La costruzione del programma triennale di ricerca si fonda su: L’individuazione di alcuni assi di intervento; La definizione degli strumenti operativi. L’individuazione degli assi di intervento deriva dalle criticità rilevate nel sistema regionale di innovazione, ovvero: L’esistenza di un fattore di produzione debole; Le caratteristiche strutturali dell’industria piemontese; Il deficit di risorse per gli investimenti in ricerca ed innovazione; Alcune carenze delle strategie di trasferimento tecnologico e delle istituzioni che le presidiano; L’assenza di una regia complessiva. Gli assi strategici di intervento, che costituiscono l’impianto principale del Programma Triennale, rappresentano il riflesso diretto di tali considerazioni, raggruppando le misure con cui il piano intende affrontare operativamente le criticità evidenziate: A. Risorse umane B. Evoluzione della struttura produttiva C. Produzione della conoscenza D. Sfruttamento della conoscenza
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