martedì 17 febbraio 2009

I territori d’eccellenza contro la crisi (clicca x link)

Sono 161 le realtà territoriali italiane d’eccellenza, individuate dal Censis, in grado di guidare la reazione alla crisi. I comprensori d’eccellenza annoverano 71 territori produttivi industriali e 65 aree (clicca x CENSIS)  dell’accoglienza e del turismo, per complessivi 1.759 comuni (il 21,7% dei comuni italiani, con una superficie pari al 21,1% del territorio nazionale) e una popolazione di 14,6 milioni di abitanti (il 24,5% della popolazione residente). A questi si aggiungono 25 poli dell’innovazione e della logistica. L’arcipelago delle eccellenze territoriali rappresenta una componente fondamentale del sistema Italia. Con più di 1,3 milioni di imprese attive (il 26% delle imprese italiane), di cui oltre 200 mila manifatturiere (il 31,3% del totale Italia), vantano una produzione pari a 377,7 miliardi di euro (riferita al 2007), ovvero il 24,6% del Pil nazionale (e un Pil per abitante di 26.200 euro rispetto a una media nazionale di 25.900 euro). La gran parte dei comuni eccellenti (il 48%) è localizzata al Nord Ovest, il 22,7% al Nord Est, il 14,7% al Centro, il 14,6% al Sud. La stragrande maggioranza dei territori dell’eccellenza produttiva è localizzata al Nord (il 79,3% dei comuni) e solo il 6,7% al Sud. Anche per turismo e accoglienza di elevata qualità, il Nord Ovest mantiene il primato, con il 41,7% dei comuni eccellenti. Tuttavia, in questo caso il Sud d’Italia recupera posizioni, essendovi localizzato il 32% dei territori di pregio..............25 poli dell’innovazione e della logistica sono snodi relazionali localizzati in posizioni strategiche: dall’interporto Quadrante Europa di Verona alla Fiera di Milano, dal Politecnico di Torino all’Area Science Park di Trieste, dal San Raffaele o i laboratori di fisica del Gran Sasso all’Ismett di Palermo. Si conferma la loro concentrazione nel Nord del Paese e nelle principali regioni urbane......."Vanno poi segnalate le «aristocrazie territoriali» che, combinando vocazioni complesse (quella produttiva e quella turistico-ambientale), sono la testimonianza di come il territorio, se valorizzato alla massima espressione nelle sue plurime qualità, può costituire un eccezionale motore di sviluppo economico. Pur rappresentando solo l’1,4% dei comuni italiani, le" aristocrazie territoriali" contribuiscono per il 2,1% alla creazione del Pil nazionale e presentano una spiccata dinamicità imprenditoriale (97,3 imprese attive ogni 1.000 abitanti) e un Pil pro-capite superiore del 28,2% a quello medio nazionale." (clicca x link a riceerca)

1 commento:

Unknown ha detto...

L'Italia si difende. Ma resta sempre la domanda : quanti posti di lavoro generera' questa innovazione sia direttamente, nelle nuove imprese ed indotto , che indirettamente nella manutenzione e nelle operazioni di mercato?
Certo questa innovazione , a ciclo ultimato (o quasi, quando lo sara') modifichera' le modalita' di relazione e ,piu' in generale, di vita , dei soggetti. Non possiamo con precisione, oggi, prevedere come , ma certo il processo va monitorato. Sopratutto da chi ha a che fare con la comunicazione ed il comportamento umano.