giovedì 12 febbraio 2009

Molti regimi autoritari bloccano o limitano l'accesso a Internet

dalla rivista Computer Magazine , febbraio 2009

Ma anche nella vecchia Europa e negli USA esiste il rischio della censura. La libertà di espres­sione su Internet è un diritto che diamo troppo spesso per scontato. Nel mondo, pe­rò, le cose non funzionano sempre come in Italia e, negli ultimi mesi, anche nel nostro paese e nella demo­cratica Europa (come negli Stati Uniti) circolano voci riguardo a maggiori con­trolli sul Web. Prima di gri­dare alla censura, è però il caso di capire esattamen­te di cosa stiamo parlando e indagare sugli strumenti che ne consentono l'appli­cazione. A partire da quelli usati nei paesi che limitano pesantemente l'accesso al World Wide Web. Web e dissenso I casi più eclatant! di con­trollo e censura su Internet riguardano paesi retti da regimi o governi autoritari. La ragione è semplice: in situazioni in cui esistono severi controlli sui norma­li mezzi d'informazione, Internet ha rappresentato per qualche tempo uno dei pochi strumenti che con­sentisse di pubblicare le opinioni "dissonanti". Nel giro di poco tempo, però, anche il Web è finito nel mirino di polizie e servizi segreti. La lista dei pae­si che mantengono uno stretto controllo sui conte­nuti pubblicati su Internet (o addirittura sull'accesso stesso alla Rete) è dram­maticamente lunga e le persone sottoposte a que­ste restrizioni sono svariati milioni. Basti pensare, per esempio, che nella sola Cina, il paese che adotta le misure più pesanti, vivono ben 162 milioni di persone che accedono abitualmen­te a Internet. II comportamento dei regi­mi ha attirato le critiche di molte associazioni, tra cui Reporters sans Frontières. L'associazione, che rac­coglie centinaia di giorna­listi di tutto il mondo, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione chia­mata "Nemici di Internet". Un elenco che nel 2008 ha compreso ben 15 paesi. Trasmissioni filtrate II primo aspetto della censura sul Web riguar­da i contenuti ai qua­li è possibile accedere. Tecnicamente, l'oscura­mento di un sito Internet può avvenire in due modi: il primo, più "morbido", viene attuato a livello dei server DNS, Domain Name System, cui è affidato il compito di trasformare un indirizzo Internet, per esempio www.computermagazine.it, nell'indirizzo IP necessario al computer per collegarvisi. Il blocco attraverso i DNS, però, non è affatto efficace. Per prima cosa, infatti, per ag­girarlo è sufficiente inseri­re nel browser l'indirizzo IP che ci interessa, senza che sia così necessaria l'opera di "traduzione" del DNS. In secondo luogo, l'imposta­zione dei DNS può essere modificata facilmente ed è sufficiente usarne uno si­tuato all'estero per evitare del tutto il blocco. Un esempio pratico nel­l'uso di questa tecnica è avvenuto proprio in casa nostra. In Italia, infatti la regolamentazione del gio­co d'azzardo su Internet prevede un'autorizzazione statale per chiunque ab­bia intenzione di svolgere questa attività. Fatta la norma, però, si è subito posto il problema di come far rispettare questa "zo­na protetta" e in un primo momento la soluzione è stata individuata proprio nel controllo attraverso i server DNS. Naturalmente le informazioni su come aggirare il filtro si sono dif­fuse rapidamente attraverso i forum e i blog. Oggi il blocco dei siti non autoriz­zati è effettuato attraverso altre tecniche. Non tutte le aziende aderiscono alia perfezione a! divieti e limiti imposti dai governi. In Cina, per esempio, se Yahoo! offre una versione fortemente censurata del suo motore di ricerca, il concorrente Google mantiene una certa indipendenza. Possiamo verificarlo inserendo le parole Tien An Men nei due siti: il primo non mostra alcun risultato inerente alle proteste svoltasi a Pechino nel 1989. La ricerca eseguita sulla pagina di Google.cn , invece, visualizza collegamenti simili a quelli che possiamo vedere usando la versione italiana dei celebre motore di ricerca.  Controllo alia fonte Abbandonato il sistema dei DNS, ora le autorità statali agiscono in collaborazione con i Provider obbligandoli a filtrare i collegamenti ai siti proibiti, visualizzando una pagina che informa riguardo la natura e le ra­gioni del blocco. In Italia, come in molti al­tri paesi europei e occi­dentali, questa forma di "censura" agisce solo nei confronti di pagine Web riguardanti il gioco d'az­zardo e la pornografia, ma il meccanismo è adottato anche da quei regimi che usano il controllo dei con­tenuti per applicare una forma di censura ben più odiosa e stringente. Tuttavia, dissidenti e gior­nalisti indipendenti trovano regolarmente il modo per superare questi limiti, an­che se in molti casi i rischi sono davvero enormi. Uno degli strumenti più efficaci per aggirare le limitazioni è offerto dai Server Proxy. Si tratta di computer che, in origine, avevano la fun­zione di agire come "ser­batoi di dati" per rendere più veloce la navigazione su Internet e che oggi sono usati quasi esclusivamente per rendere irrintracciabile l'origine del collegamento. Il passaggio da un ServerProxy impedisce ai sistemi di controllo di individuare il sito a cui ci stiamo colle­gando e consente, quindi, di accedere a qualsiasi ti­po di contenuto. Una ver­sione più evoluta di questa tecnica sfrutta un software chiamato TOR, un software che consente di connettersi al Web usando una rete di Proxy che con­sente di far "rimbalzare" i dati attraverso numerosi server per rendere estre­mamente difficile qualsiasi tracciamento. Aziende complici? La censura politica sul Web desta sdegno nell'opinio­ne pubblica, abituata a pensare che i paesi oc­cidentali, retti da governi democratici, non possano tollerare simili limitazioni della libertà. A stonare, in questo ragionamento, è il comportamento di alcune aziende che hanno la loro sede negli USA ma intrat­tengono rapporti di affari con molti paesi compresi nella lista dei "Nemici di Internet". Reporters Sans Frontières denuncia, per esempio, il fatto che le tecnologie per operare la censura in Cina siano fornite dall'americanissima Cisco Systems, la quale si difende dalle accuse sostenendo di essersi limitata a fornire del materiale tecnologico e di non essere responsa­bile dell'uso che ne viene fatto. Anche Yahoo!, pur di fare il suo ingresso nel mercato cinese, ha accet­tato di filtrare i risultati del suo motore di ricerca per adeguarsi alle regole im­poste dal governo cinese. Critiche simili son piovute anche sulla solita Microsoft, i cui spazi MSN in Cina so­no soggetti a numerose restrizioni. Una situazione paradossale, visto che il fondatore di Microsoft, Bill Gates, aveva cercato di rassicurare tutti dichiaran­do che "Internet non può essere controllata". Accesso registrato Oltre a limitare la possibi­lità di collegarsi ai conte­nuti ritenuti "inadatti", la censura opera attraver­so un capillare sistema di schedatura di chi usa Internet. Per la verità, qua­si tutti i paesi del mondo richiedono di registrare la carta d'identità di chi usa un computer in un Internet Cafè, annotando an­che l'indirizzo IP del PC usato e il perio­do di tempo in cui ci si è connessi. Le cose cambia­no, però, se ci troviamo in Francia o in Birmania. Negli stati governati da regimi autoritari, infatti, l'esistenza di un registro completo di chi accede al Web ha una funzione prin­cipalmente "dissuasiva". Il messaggio è chiaro: le au­torità sanno esattamente chi usa Internet e cosa fa quando si connette. Una situazione sufficiente per intimorire chiunque voles­se usare la Rete per dif­fondere notizie contrarie alla linea ufficiale del go­vernante di turno. La funzione intimidatoria raggiunge addirittura li­velli inauditi in Cina, dove i computer che si trovano negli Internet Cafè sono equipaggiati con un sof­tware particolare. In prati­ca, ogni mezz'ora il PC in uso visualizza l'immagine di due poliziotti, rappre­sentati in versione "carto­ne animato", che ricordano periodicamente all'utilizzatore che la sua identità è registrata e riassumono tutti i divieti a cui viene sottoposta la navigazione sul Web. Bielorussia Abitanti: 9.726.700 Utenti Internet: 2.013.427 • Connessioni ADSL limitate * Controllo dei collegamenti « Siti dell'opposizione oscurati nel corso delle elezioni 2006 Siria Abitanti:! 9.408.000 Utenti Internet: 1.550.000 Email intercettate e controllate Skype e Social Network non accessibili Uzbekistan Abitanti: 4.900.000 Utenti Internet: 64.800 •Accesso a Internet solo per gli stranieri Etiopia Abitanti: 72.460 Utenti Internet: 164.000 Obbligo di controllo per l'accesso agli Internet Cafè • Blocco dei siti "indesiderati" Zimbabwe Abitanti: 13.080.000 Utenti Internet: 1.220.000 Utenti Internet spiati per legge Iran Abitanti: 69.400.000 Utenti Internet: 18.000.000  Connessioni a banda larga proibite. Stretto controllo sulle notizie pubblicate . Siti stranieri oscurati . Forte repressione nei confronti dei blogger Arabia Saudita Abitanti: 23.500.000 Utenti Internet: 1.800.000 « Siti Internet sui diritti delle donne filtrati. Controllo sui contenuti di tutti i siti Cina Abitanti: 1.313.000.000 Utenti Internet: 137.000.000 * Contenuti filtrati tramite parole chiave « Stretto controllo degli accessi agli Internet Cafè » Numerosi Blogger arrestati Corea del Nord 'Abitanti: 22.580.000 Utenti Internet n.d. Nessuna possibilità di connessione per i privati , unico motore (filtrato), un unico servizio email (controllato) Vietnam Abitanti: 84.100.000 Utenti Internet: 14.683.800 Siti Internet filtrati . Accessi sotto pesante controllo Birmania   Abitanti: 51.000,000 Utenti Intemefc 93.800   Vietata ta trasmissione di contenuti provenienti dall'estero « È richiesto un permesso ufficiale per possedere un modem Stretto controllo degli accessi agli Internet Cafè Egitto Abitanti: 75.440.000 Utenti Internet 6.000.000 • Siti Web sotto stretto controllo • Blando controllo negli Internet Cafè Cuba Abitanti: 11.267.000 Utenti Internet: 240.000 » E-mail filtrate attraverso parole chiave * Alcuni siti Internet bloccati * È proibito acquistare compone PC senza un permesso ufficiale Tunisia Abitanti: 10.215.000 Utenti internet: 1.295.000 Filtro sistematico dei siti Internet blocchi e rallentamenti nelle Connessioni degli oppositori politici

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