mercoledì 18 febbraio 2009

Pillole di longevità

MEDICINA MOLECOLARE : DAL MARIO NEGRI , FARMACI ANTI-IPERTENSIVI ELISIR DI LUNGA VITA (da No'va (Sloe24ore) del 12/2/09  Il segreto di Matusalemme è nella capacità di Spegnere un gene. La notizia arriva dai laboratori del Mario Negri di Bergamo, dove l'equipe coordinata da Ariela Benigni, direttrice del dipartimento di Medicina molecolare, ha osservato che alcuni topi, privati del recettore dell'angiotensina 2, un ormone che regola il tono dei vasi sanguigni e la pressione arteriosa, vivono fino al 30% in più. «Il benefìcio è prodotto non solo da una minore pressione arteriosa osserva Benigni, il cui studio appare nell'ultimo numero del «Journal of clinical investigation», ma anche da una maggiore espressione di Nampt e Sirtuina 3, due dei principali geni della longevità (a cui si aggiunge il recente Fox 03 scoperto su un campione di 300 centenari), che hanno una serie di effetti positivi su tutto il metabolismo». Lo studio bergamasco mostra infatti che gli animali, oltre a invecchiare più lentamente, nel tempo sviluppano anche meno arteriosclerosi, meno danni al cuore, al rene e al cervello perché c'è meno danno ossidativo. «Il gene che controlla l'espressione dei recettori dell'angiotesina 2 si è rivelato un vero e proprio crocevia della durata e della qualità della vita - osserva Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto bergamasco, che in questo caso ha visto la collaborazione anche dei laboratori milanesi, di un medico degli Ospedali Riuniti - e soprattutto un interruttore facilmente modulabile nell'uomo attraverso i farmaci già in commercio».  i topi studiati a Bergamo erano infatti insensibili all'angiotensina 2 fin dalla nascita perché privati dei recettori. Scoperto nei topi: disattivando un particolare gene s'invecchia più lentamente e meglio perché si riduce anche lo stress ossidativo;invece  la via  farmacologica mira ad abbassare il livello dell'ormone. Il gene dei recettori dell'angiotensina 2 è indispensabile nello sviluppo del feto, ma probabilmente non è più così importante nella nostra vita adulta. «L'angiotensina è un'eredità evolutiva che era molto utile ai nostri antenati, i quali dovevano poter reagire rapidissimamente all'assalto di un animale feroce o a un aggressore- osserva Remuzzi —, ma oggi sembra più dannosa che utile per i suoi effetti sia sul cuore che sul cervello. La possibilità di ridurne farmacologicamente la concentrazione nelle nostre cellule diventa quindi una strada estremamente interessante». In realtà, chiariscono subito i ricercatori, è inutile pensare di vivere fino a 150 anni. Gli studi sui modelli animali mostrano che è possibile un allungamento della vita fino al 30 per cento. Nell'uomo corrisponderebbe a 105-110 anni, ma sarebbe difficile spingersi oltre. «La classe delle molecole antagoniste dei recettori dell'angiotensina 2, che potrebbero emulare nell'uomo quello che è stato fatto nei topi con l'ingegneria genetica, è molto ricca - spiega Benigni- Molte sono già commercializzate come generici e alcune sono utilizzate nell'Alzheimer per i loro effetti benefici sul cervello. Un altro vantaggio di questi farmaci è che la loro azione è reversibile. Basta perciò sospenderne la somministrazione per tornare alle condizioni precedenti». Nei prossimi anni la sfida per i ricercatori del Mario Negri sarà spiegare ancora più in dettaglio i meccanismi biologici collegati al gene del recettore dell'angiotensina 2. Un passo fondamentale anche per ritenere pensabile intervenire con la somministrazione di farmaci nell'uomo e permettere  la progettazione di un vero e proprio studio clinico. Conquistare l'eterna giovinezza grazie una sola molecola rimane però un illusione. «L allungamento,  soprattutto il mig!ioramento della salute arriverà probabilmente da un mix genetica e molecole - avverte Benigni -njiìh solo farmaci ma anche principi come il resverasterolo contenuto anche nel vino rosso, di cui si conoscono già i benefici antiossidanti».  GUIDO ROMEO  guidoromeo.nova1oo.ilsole24ore.com

Il boom dei centenari  in 15 anni sono triplicati. Le donne sono molte più degli uomini, in entrambi i casi comunque vengono da famiglie longeve per tradizione di ALESSANDRA RETICO di Repubblica , clicca x link  Capelli bianchi, visi con le rughe, corpi che hanno attraversato un secolo e spesso lo superano. Eccoli i centenari, sempre di più, raddoppiati in dieci anni, triplicati in 15. Il censimento Istat del 2001 li elenca: 6.313. Le stime a gennaio 2005 dell'istituto di statistica schizzano su che è impressionante: 9.269. Agli inizi del Novecento bisognava andarli a scovare con la lente d'ingrandimento: 50 circa (su 30 milioni di abitanti)...........E che gente è: esile ma ossa robuste, testardi, moderatamente innovatori, spiccato senso del sociale e la consapevolezza che il benessere dipende anche da chi ci sta intorno. Non fissati con la palestra, attenti all'ecologia e all'igiene. Molte più donne che uomini, nascono per lo più da famiglie longeve. Il ritratto lo fa l'immunologo Claudio Franceschi, un pioniere nello studio degli over 100. In Italia si vive bene e si campa tanto.

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