lunedì 2 febbraio 2009

UTERO IN AFFITTO

Alcuni articoli da blog e non sulla "maternita' surrogata". La cosa che piu' lascia perplesi e' che gli aspetti legali , relazionali , ed etici  che possono derivare da queste tecniche  vengono poco considerati. E se la madre che ha messo al mondo il bambino  volesse  dichiararlo  suo ? Si aprirebbe un contenzioso legale non semplice. E se durante  la gravidanza  uno dei due genitori donatori recedesse dall'impegno  oppure entrambi i genitori subissero eventi catastrofici , potrebbe il  bambino chiedere diritti ereditari ?   Chi garantisce che gli verra' comunicato chi sono i suoi genitori ?  Le tecnologie corrono e precorrono le leggi, ma questa materia e' delicata e non dovrebbero esserci "angoli bui" Lo stato Ucraino o Russo o Inglese cosa garantiscono ? 

da il Venerdi' di Repubblica del 16/1/2009 , dai nostro inviato RICCARDOSTAGLIANO. Viaggio nella nuova frontiera della maternità. Nell'Est, dove si può trovare una donna che porterà avanti una gravidanza altrui «ospitando» seme e ovulo. Il tutto per 20-40 mila euro. Illegale? In Italia sì, ma solo in teoria .Sembra una ragazzina. Capelli neri lisci, sciarpa viola, maglietta rosa di lana aderente, pancia piat­tissima. «L'ultimo film che ho visto Madascarr2: bellissimo» si illumina. Ma non va spes­so al cinema, questa venticinquenne che chia­meremo Masela, perché nella cittadina della Crimea dove vive ci sono pochissime sale e ancor meno occasioni. Ha un figlio suo di due an­ni. E un altro, che porterà in grembo per conto di una coppia italiana, nascerà tra un anno, se tutto va bene. È una delle madri surrogate che l'Ucraina offre. Un genere di export locale in crescita. Perché sempre più donne occidentali, quando non riescono a por­tare avanti una gravidanza, esauriti tutti gli altri tentati­vi, cercano un «utero in af­fitto». Da noi non si può: si rischia la galera. In Ucraina è lecito (come in Russia) http://www.russurrogate.com/  

Uno dei tanti siti che propongono la maternità surrogata nei Paesi dell'Est , Israele, Usa, Gran Bretagna) e con 10 mila euro magari alla «prestatrice» cambia la vita per­ché, in campagna, ci si compra una casetta.«I soldi? Non ho ancora pensato a come spen­derli» giura la nostra futura mamma per procu­ra. Per spiegare la sua decisione questa neolau­reata in filosofia va indietro di oltre duemila an­ni: «Nell'antico Egitto prima di morire gli dei valutavano la tua vita in base a due domande. Sei stato felice? Hai aiutato qualcuno ad esser-lo? Ecco, io volevo sentirmi a posto su entram­bi i fronti, E ho

decìso di fare questa cosa». «Questa cosa» è accettare che un ovulo di una donna italiana fecondato dal seme del marito cresca dentro di lei e di­venti un bambino che 

 alla luce per consegnarlo subito ai genitori genetici. Senza niente pretendere, se non quel compenso che il contratto prevede..........

dal blog Journal intime , http://dragor.blog.lastampa.it/about.html 

In Inghilterra si fa da dieci anni, in Francia si sta per farlo e in Italia è proibito perché la Chiesa non è d’accordo, come dire che non lo è nemmeno lo Stato. Eppure non mancano gli argomenti a favore. Primo, centinaia di italiane stanno già cercando uteri in affitto all’estero con la conseguente esportazione di capitali. Secondo, su internet c’è già chi ha organizzato il business delle mamme per conto terzi a prezzi astronomici. Basta digitare “surrogate mother” in un motore di ricerca per entrare in un luogo che non ha confini geografici. Agenzie specializzate, offerte di ovuli, ricerche di donatrici, siti personali nei quali in un tripudio d colori pastello, fiocchi, cicogne e palloncini si raccontano esperienze felici, forum di discussione dove l’anonimato scioglie le lingue: “Cerco una madre surrogata, ma la vorrei cinese come me.” “Più si avvicina la data del termine, più ho paura di non riuscire a staccarmi dalla creatura che ho portato 

 mesi.” Ci sono perfino uomini presi da un irresistibile bisogno di paternità: 

Cerco utero in affitto per avere un figlio, in cambio offro pagamento degli studi o l’acquisto di un appartamento.” La terminologia scientifica è pudicamente relegata alla fase preliminare, poi è tutto “fantastico”, “meraviglioso”, “incredibile”. Molte donne dichiarano che non potrebbero mai donare i loro ovuli per farli portare a un’altra donna incapace di produrli, ma sarebbero felicissime di mettere il loro utero a disposizione di una poveraccia che ce l’ha in panne. Mentre gli argomenti dei contrari si riducono a: “Cosa si puo' raccontare a un bambino nato da un utero in affitto? Che cosa sarebbe per lui l'altra donna?” Be', si potrebbe dirgli che il contratto è scaduto e lei gli ha dato lo sfratto...

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