sabato 4 febbraio 2012

come Roosvelt , a differenza di Super Mario, reagi' alla grave crisi del 30'


......................9.2. Gli anni dell’euforia: gli Stati Uniti prima della crisi. 
Durante la prima guerra gli Stati Uniti non solo avevano risaldato la loro posizione di primo paese produttore, ma avevano anche concesso cospicui prestiti ai loro alleati in Europa, divenendo il maggior esportatore di capitali. A guerra finita, il dollaro era la nuova moneta forte dell’economia mondiale.Superata la depressione post bellica del 1920-21, cominciò per il sistema economico statunitense l’inizio di un periodo di grande prosperità. La diffusione della produzione in serie e della razionalizzazione del lavoro in fabbrica secondo i principi del taylorismo favorì notevoli aumenti di produttività. Tuttavia, nonostante gli incrementi produttivi, il numero degli occupati nell’industria calò sensibilmente, a causa della cosiddetta disoccupazione tecnologica. Parallelamente andava invece crescendo, l’occupazione nel settore dei servizi.L’espansione industriale portò anche notevoli mutamenti nell’organizzazione della vita quotidiana. ........... .I presidenti repubblicani, insomma, costruirono le proprie fortune alimentando le più ottimistiche aspettative sui destini della prosperità americana, senza troppo preoccuparsi dei gravi problemi sociali che pure continuavano a manifestarsi nel paese. La borghesia americana cercava facili guadagni nella speculazione borsistica, inconsapevole delle fragili basi dell’espansione economica di quegli anni. La conseguenza più vistosa di questo clima fu la frenetica attività della borsa di New York: un’attività consistente in gran parte in pure operazioni speculative, incoraggiate dalla prospettiva dei facili guadagni che si potevano ottenere acquistando azioni e rivendendole poi ad una prezzo maggiorato. Questa incontenibile euforia speculativa poggiava in realtà su fondamenti assai fragili, quando, nel 1928, molti capitali americani furono dirottati verso le più redditizie operazioni speculative di Wall Street, le conseguenze sull’economia europea si fecero sentire immediatamente, ripercuotendosi subito dopo sulla produzione industriale americana, il cui indice cominciò a scendere già nell’estate del ’29. ..........
 Il “grande crollo” del 1929. 
Il corso dei titoli Wall Street raggiunse i livelli più elevati all’inizio del settembre 1929. Seguirono alcune settimane di incertezza durante le quali cominciò a emergere la propensione degli speculatori a liquidare i propri pacchetti azionari per realizzare i guadagni fin allora ottenuti.Il 24 ottobre, il “giovedì nero”, furono scambiati 13 milioni di titoli; il 29 le vendite ammontarono a 16 milioni. La corsa alle vendite determinò naturalmente una precipitosa caduta del valore dei  titoli, distruggendo in pochi giorni i sogni di ricchezza dei lori possessori. Il crollo del mercato azionario colpì in un primo luogo i ceti ricchi e benestanti. Ma riducendo drasticamente la loro capacità di acquisto e di investimento, finì con l’avere conseguenze disastrose sull’economia di tutto il paese e sull’intero sistema economico mondiale, che ormai dipendeva in larga parte da quello statunitense. Attraverso la contrazione degli scambi, la recessione economica si diffuse in tutto il mondo come una spaventosa epidemia, molte aziende dovettero chiudere.Le misure protezionistiche adottate subito in Usa – e poi negli altri paesi – provocarono una brusca contrazione del commercio internazionale. La recessione economica – cui si accompagnò un altissimo numero di disoccupati –  si diffuse in tutto il mondo...... In Europa una grave crisi finanziaria culminò nella sospensione della convertibilità della sterlina. Scarso successo ebbero lepolitiche di austerità perseguite dai governi dei paesi industrializzati, che finirono con l’aggravare la recessione in corso e col ripercuotersi negativamente sugli equilibri politici e sociali. 
Roosevelt e il “New Deal”. 
Nel novembre 1932, quando tre anni di crisi avevano diffuso in tutto il paese un angoscioso senso di insicurezza, si tennero negliStati Uniti le elezioni presidenziali. Divenne presidente Roosevelt. Quando presentò la sua candidatura alla presidenza, Rooselvelt non aveva un programma organico da contrapporre ai repubblicani, già nel discorso inaugurale della sua  presidenza, nel marzo 1933, Roosevelt annunciò di voler iniziare un New Deal nella politica economica e sociale: un nuovo stile di governo che si sarebbe caratterizzato soprattutto per un più energico intervento dello Stato nel processi economici. Il New Deal fu avviato immediatamente, nei primi mesi della presidenza Roosevelt, con una serie di provvedimenti che dovevano servire da terapia d’urto per arrestare il corso della crisi:     Fu ristrutturato il sistema creditizio.     Fu svalutato il dollaro per rendere più competitive le esportazioni.    Furono aumentati i sussidi di disoccupazione e furono concessi prestiti. A queste misure di emergenza il governo affiancò alcuni provvedimenti più organici e qualificanti, caratterizzati dall’uso di nuovi e originali strumenti di intervento. Inoltre il governo potenziò ulteriormente l’iniziativa statale, varando vasti programmi di lavori pubblici e allargando al di là di ogni consuetudine il flusso della spesa pubblica.  Parallelamente, si intensificò l’impegno del governo nel campo delle riforme sociali.Nel 1935 furono varate:
v      Una riforma sociale.
v      Una legge sulla sicurezza sociale.
v      Una nuova disciplina dei rapporti di lavoro. 
Con questa politica progressista Roosevelt si guadagnò l’appoggio del movimento sindacale che, negli anni del New Deal, attraversò una fase di espansione grazie anche a un’ondata di lotte operaie senza precedenti nella storia americana.  D’altra parte, le novità del New Deal e i suoi risultati non sempre brillanti diedero spazio al formarsi di un’ampia coalizione antirooseveltiana. Persino la Corte suprema, massimo organo del potere giudiziario, cercò di bloccare le riforme di Roosevelt. Forte dello schiacciante successo ottenuto nelle elezioni presidenziali del ’36, Roosevelt reagì con energia, ripresentando con lievi modifiche le leggi bocciate...............Un po’ in tutti i paesi la grande crisi finì col far adottare nuove forme d’intervento dello Stato in campo economico, che giunsero a configurare una forma di capitalismo “diretto”. Quanto i governi fecero solo empiricamente, fu teorizzato dall’economista Keynesche, in particolare, sottolineò il ruolo della spesa pubblica ai fini dell’incremento della domanda e del raggiungimento della piena occupazione. 
9.7. I nuovi consumi. 
Nei paesi europei si verificò proprio durante la grande crisi uno sviluppo di quei consumi di massa che si erano affermati in Usanegli anni ’20. Nel corso degli anni ’30, la popolazione delle città non smise mai di accrescersi a scapito di quella delle campagne. Anzi , il processo di urbanizzazione si accelerò ulteriormente a causa della grave crisi in cui versava il settore agricolo. Crescita delle città significava sviluppo del settore edilizio. Lo sviluppo edilizio ebbe a sua volta conseguenze notevoli non solo sull’economia, ma anche sulla qualità della vita delle masse urbane. Le case di nuova costruzione erano di solito fornite di acqua corrente e di elettricità; inoltre, resero necessario uno sviluppo dei trasporti pubblici e della stessa motorizzazione privata. Alcune industrie produttrici di beni di consumo durevoli risultarono dunque avvantaggiate dal boom edilizio e, contribuirono a stimolarlo. La produzione di veicoli a motore, fece registrare consistenti progressi, anche se restò lontana dai livelli statunitensi. Nel vecchio continente l’automobile rimase, per tutti gli anni ’30, un bene riservato a pochi. Ma intanto cominciavano a comparire anche in Europa le prime vetture “popolari”. Un discorso analogo si può fare per la produzione degli elettrodomestici. I più costosi, come frigoriferi e scaldabagni, continuarono a essere considerati beni di lusso, ma il loro uso si andò ugualmente estendendo. Più ampia, ebbero altri apparecchi domestici, come il ferro da stiro, la cucina a gas e la radio. 
9.8. Le comunicazioni di massa. 
I primi apparecchi per la trasmissione del suono attraverso l’estere senza l’ausilio dei fili erano stati sperimentati alla fine del ‘800.Durante i primi vent’anni del secolo la tecnica radiofonica aveva fatto continui progressi e aveva ricevuto una forte spinta dal primo conflitto mondiale.Il grande salto si ebbe dopo la fine della guerra, quando la radio si trasformò da mezzo di comunicazione fra i singoli soggetti in strumento di irradiazione di programmi destinati a un pubblico fornito di apparecchi riceventi: in mezzo di informazione e di svago. I primi programmi regolari di trasmissioni si ebbero  negli Stati Uniti nel 1920, nei maggiori paesi europei le trasmissioni si svilupparono negli anni immediatamente successivi, per lo più ad opera di enti che operavano sotto il controllo statale, e imponevano agli utenti un canone di abbonamento. Lo sviluppo della radiofonia fu rapidissimo, le vendite di apparecchi radio registrarono un boom spettacolare. La radio divenne presto un fondamentale mezzo di svago, anche come mezzo di informazione la radio non temeva confronti: i notiziari radiofonici entravano nelle case. ...................
orso castano : un articolo semplice e leggibile, Roosvelt fece esattamente il contrario di SuperMario, che stat facendo spèrofondare l'economi ain una recessione grave e che consiglia ai giovani maggiore mobilita', in assenza di posti di lavoro,Il che significhera' darsi totalmente nelle mani del padrone che per arricchirsi fara' di tutto per no rispettar4e i contratti e licenziare a man bassa. Addirittura Monti consiglia ai giovani di cercare per l'Europa quei posti di lavoro che lui nonj riesce a costruire in Italia. Fino a che andra' avanti tutto questo? Quanta precarieta', depressione, incapacita' a dare un senso alla propria vita produrra' questa dissennata politica di SuperMario? Non e' forse meglio che rinunci al mamndato prima di distruggere lo Statuto dei Lavoratori? perche' un economista di destra e' cosi' apprezzato dal "migliorisdta", cioe' vetero-socialdemocratico Napolitano? Dove si vuole arrivare?   

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