domenica 5 febbraio 2012

l'art. di Eugenio Scalfari su "la Repubblica " di oggi , qualche stralcio, art. interessante

..............Il governo ne fa una condizione preliminare per la riforma del mercato del lavoro: se non si abolisce o almeno non si riscrive togliendo di mezzo l'ipotesi del reintegro dei licenziati, non si potrà migliorare la flessibilità in entrata e in uscita dei posti di lavoro e non si potrà combattere efficacemente il precariato. I sindacati dal canto loro lo considerano la sola vera protezione dell'occupazione esistente nelle piccole aziende, che sono l'enorme maggioranza dell'economia italiana e quindi si oppongono a qualunque ritocco di quella norma.Sbagliano sia il governo sia i sindacati. L'articolo 18 non serve infatti a impedire i licenziamenti discriminatori che i giudici possono in ogni caso bloccare ove ne accertino l'esistenza. Ma non impedisce affatto un miglioramento sostanziale della flessibilità e una riforma positiva del mercato del lavoro. Sembrava fino a pochi giorni fa che Monti e Fornero avessero deciso di accantonare il tema e di procedere allo snellimento dei contratti di lavoro e di normative di contrasto del precariato. Ma ora si sono di nuovo impigliati in questa questione motivando che l'Europa e il mercato chiedono l'abolizione di quella norma. I mercati in realtà dell'articolo 18 se ne fregano, fino a un anno fa lo "spread" oscillava tra i 100 e i 150 punti nonostante che l'articolo 18 fosse in vigore.Quanto all'Europa (e alla Germania) quella norma non ha niente a che vedere con il rigore e non è certo essenziale per la crescita per la quale semmai siamo noi in credito sia con l'Europa sia con la Germania....salvo la notevole riduzione ottenuta da Ciampi e da Prodi che però fu rapidamente dissipata da Berlusconi e Tremonti. Ma l'immenso debito non si può attribuire al buon cuore, bensì alla preferenza di quei governi di scaricare sulle future generazioni l'onere d'un bilancio in pareggio da ottenere attraverso il fisco.Meglio indebitarsi che tagliare la spesa o far pagare le imposte. Questo non è buon cuore ma furba demagogia. L'articolo 18 dunque non deriva dal buon cuore di nessuno.Fu introdotto nello statuto dei lavoratori per tutelare i dipendenti delle piccole imprese dove il sindacato interno non esiste. In tempi duri se ne può discutere purché non diventi un'ossessione né per gli uni né per gli altri............Ci sono quattro modi per procurare risorse: 1. Tagliare la spesa pubblica dai suoi sprechi dovuti a disorganizzazione e a benefici clientelari. 2. Recuperare i miliardi evasi. 3. Alienare la parte più facilmente vendibile del patrimonio pubblico. 4. Imporre una tassa ai ricchi e sgravare le imposte ai redditi bassi e alle imprese lasciando così invariata la pressione fiscale. 
Potenzialmente le cifre in discussione sono molto ingenti, ma per fermare la recessione e volgere in positivo il "trend" dell'economia reale occorre che la loro disponibilità sia utilizzata entro i prossimi mesi e allora le dimensioni si riducono molto. Dall'evasione è realistico aspettarsi quest'anno 15-20 miliardi, altrettanti dalla spending review e altrettanti ancora dalla vendita di beni pubblici.Dall'utilizzazione immediata e senza alcuna nuova imposta ci si può dunque aspettare 50-60 miliardi. L'imposta patrimoniale, se riservata alle fasce più elevate di ricchezza, non darebbe un gettito significativo.Estenderla a fasce più basse è possibile se si tratta d'una patrimoniale ordinaria con aliquota non superiore all'1 per cento, visto che, almeno in parte, il ripristino dell'Ici contiene già un prelievo "progressivo".............

orso castano : Scalfari e' invidiabile per la sua semplicita' e lucidita', a prescindere dal contenuto e dall'essere o meno d'accordo con lui.L'articolo e' bello e va letto tutto.Ma quella dei sindacati non e' un'ossessione, lo Statuto dei lavoratori non e' frutto di buonismo e non e' un'ossessione. E' una legge  che corrisponde a livelli di civilta' inderogabili per proteggere i piu' deboli.. O forse si' , e' l'ossessione di proteggere i piu' deboli!. Ma ,come conferma Scalfari, non c'entra nulla con lo sviluppo . C'era quando lo spread (altra ossessione) era a 100 o poco piu', e nessuno ne parlava come di un ostacolo allo sviluppo. Monti e' un politico, di destra, sobrio ed anche diretto, Fornero ne ha sparate quante ne vogliamo contro i sindacati ed i lavoratori che, secondo lei ed il destro-PD Ichino, sono incollati al posto di lavoro e non vogliono accettare il bidone della Flexecurity. Di investimenti per il rilancio nessuno ne parla ed i disoccupati aumentano,  di pari passo con la rabbia di chi e' disoccupato e sa che le Banche hanno la liquidita' avuta dalla BCE ma vogliono tenersela stretta. Non esiste nessun New Deal , nessuna opera infrastrutturale in vista, nessun investimento per frenare la decadenza scientifica. Delle lobby Unuiversitarie non 
si parla , mentre migliaia di laureati vanno all'estero per prendere dottorati, e Monti dice che bisogna viaggiare! Cioe' emigrare! . Meno male che le valigie di cartone non si usano piu'! Ma "gli zaini e i quattro soldi" esistono ancora. Grazie Monti !Il  futuro dei giovani e' fuori dall'Italia, chi resta si alleni ai licenziamenti facili! Monti sta dicendo che qui' c'e' poca, poca speranza.

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