domenica 19 febbraio 2012

Fossili di psichiatria fossile : Disturbo Pervasivo dell'Adulto: a caccia di Desease Mongering per conto di chi?


Stralcio da un'articolo sul Disturbo Autistico che si vorrebbe , come la gomma da masticare, estendere il piu' possibile, per includere moltissimi comportamenti non patologici . Ci risiamo!! una nuova ideologia sta nascendo, quella della patologia psichiatrica estesa, "siamo tutti un po malati, a pensarci bene". La disperazione di chi non ha un lavoro, la precarieta' di chi lo ha , la disoccupazione nera, il continuo cambiamento di lavoro tanto auspicato da Monti e Fornero, i giovani che ad Atene protestano: tutti malati, ci vuole lo psichiatra, il tecnico, che rimette le cose a posto e, sopratutto, ammoscia i casinisti , contrasta col "suo sapere" la protesta!! Bisogna stare attrenti e contrastare con ogni mezzo questo ritorno di un'ideologia che vuole portare a riaprire piccoli manicomi e comunita' chiuse!


..........Introduzione (per il Disturbo Pervasivo Autistico dell'Adulto)

Quando si affronta il tema delle psicosi infantili, non ci si può non soffermare sul problema delle definizioni nosografiche e delle classificazioni. Ciò è particolarmente evidente in neuropsichiatria infantile, dove il problema della classificazione si è posto, in maniera più organica, solo una trentina di anni fa. E questo è ancor più vero quando si tratta delle psicosi infantili le cui definizioni e classificazioni hanno risentito sia delle evoluzioni della nosografia relativa all'adulto, sia del tipo di ipotesi che via via venivano - e vengono - fatte sulla natura del disturbo.   
 
Lo studio clinico delle psicosi infantili può essere fatto risalire a De Sanctis che, nel 1905, prima e, successivamente, nel 1925 introduce la definizione di demenza precocissima; denominazione questa in cui è evidente il riferimento alla demenza precoce di Kraepelin. 

Nel 1930 Litz descrive un quadro clinico analogo a quello del De Sanctis che denomina, seguendo in questo caso Breuler, schizofrenia infantile. 

In precedenza era stato descritto da Heller, nel 1909, un tipo di demenza a eziologia chiaramente organica (degenerazione lipidica delle cellule), ancor oggi definita comedemenza di Heller (cfr Mastrangelo G., 1993). 

Un momento particolarmente significativo per l'evoluzione della nosografia relativa alle psicosi infantili è il 1943, anno in cui Leo Kanner descrive in undici bambini, 9 maschi e 2 femmine, il quadro da lui definito autismo infantile precoce, mutuando il termine autismo da Bleuler che lo aveva utilizzato per indicare uno dei sintomi della schizofrenia, ma riferendolo ad una ben precisa sindrome. 

Caratteristica comune di questi bambini era l'incapacità di mettersi in rapporto con l'ambiente, nei modi tipici dell'età, fin dai primi mesi di vita. Venivano descritti dai genitori come bambini che erano sempre stati "auto - sufficienti", "felicissimi se lasciati soli", "come in un guscio". Tipicamente questi bambini tendevano ad isolarsi, a non recepire: segnali relazionali provenienti dall'esterno, tanto che spesso la ragione della consultazione era il sospetto di sordità. 

I bambini descritti inoltre non assumevano una adeguata postura preparatoria all'essere presi in braccia, così come in genere facevano gli altri bambini intorno all'età di 4 mesi. 

Due terzi di questi bambini acquisirono il linguaggio, che non veniva però utilizzato per comunicare con gli altri in modo adeguato; il restante terzo non aveva sviluppato alcuna forma di linguaggio, anche se venivano segnalati bambini "muti" che di tanto in tanto pronunciavano qualche parola. 

I bambini parlanti erano spesso ecolalici e usavano i pronomi così come li udivano, designandosi quindi con il tu piuttosto che con l'io (si parla in questo caso di inversione pronominale). 

Un' altra caratteristica descritta da Kanner era la preoccupazione ossessiva di questi bambini per il mantenimento dell'immutabilità degli ambienti o delle abitudini (Kanner parla di "Sameness"). Il bambino tende cioè a mantenere un certo ordine delle cose, una certa sequenzialità nelle azioni, e a sviluppare rituali, per es. nel vestire e nel mangiare. 

A livello cognitivo i bambini descritti da Kanner presentavano prestazioni particolarmente buone in alcuni campi specifici (per es. costruire puzzle, ricordare sequenze di cifre o poesie) che contrastavano con il ritardo generale. 
 
Kanner descrisse i genitori di questi bambini come freddi ed eccessivamente intellettuali; ancora nel 1957 Kanner afferma che "vi sono pochi padri e madri realmente e caldamente affettuosi ... fortemente preoccupati da astrazioni di natura scientifica, letteraria od artistica, e limitati nel sincero interesse verso le persone" (Kanner, 1979). Questa dato non è stato tuttavia confermato dagli studi successivi e l'ipotesi si è rivelata priva di fondamento e non generalizzabile. Lo stesso Kanner, nell'articolo del 1943 conclude peraltro che la natura di questo disturbo è probabilmente di natura congenita. 

Le attuali definizioni dell'autismo infantile riflettono solo in parte l'iniziale descrizione di Kanner e tengono conto di una migliore conoscenza dello sviluppo relazionale del bambino normale e degli studi recenti sulla "Teoria della mente" (Frith, 1989). 
 

Negli anni settanta M. Rutter (1978) specifica ulteriormente il quadro descritto da Kanner, individuando, attraverso uno studio comparato di bambini autistici e bambini con altri tipi di disturbo, alcuni sintomi tipici dell'autismo infantile. Questi comprendono una incapacità a sviluppare rapporti sociali, una particolare forma di ritardo del linguaggio con presenza di ecolalia e inversione pronominale e vari fenomeni rituali e compulsivi. A questi si aggiunge un'insorgenza prima dei trenta mesi. Rutter, inoltre, sottolinea come, a differenza di quanto era stato osservato da Kanner, circa i tre quarti dei bambini con autismo hanno anche un ritardo mentale. 

Attualmente, le classificazioni maggiormente utilizzate nella psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza sono: quella americana del DSM IV, quella dell' ICD 10, curata dallO.M.S. e quella francese (CFTMEA) sviluppata dal Centre A. Binet.......
 

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