mercoledì 15 febbraio 2012

Identificate le super-cellule per rigenerare il cuore + dalla fisica alla medicina dalla newsletter di ASSOBIOTEC

CARDIOMIOCITI RIGENERANTI..................“I cardiomiociti hanno capacità proliferative minime se non assenti e ciò significa che a seguito di danno ischemico cardiaco, come per esempio nell’infarto, si crea una cicatrice riducendo la capacità funzionale del cuore, situazione nota come scompenso cardiaco”, spiega Roberto Rizzi. “Il nostro lavoro ha dimostrato che, attraverso l’introduzione di geni fetali all’interno del genoma di cardiomiociti post-natali, è possibile ricondurre queste cellule già differenziate a uno stato embrionale. Una volta ottenute le staminali dai cardiomiciti, queste sono state indotte a differenziare nuovamente in cellule cardiache battenti. La ricerca ha messo in evidenza che le cellule multipotenti indotte ottenute dai cardiomiociti hanno una capacità maggiore di ridiventare nuovamente cellule cardiache contrattili, rispetto ad altre cellule staminali, e ne ha definito le basi molecolari stabilendo che questa ‘memoria’ dipende da pochi geni”. 
Questa ricerca apre la possibilità di utilizzare i cardiomiociti come cellule staminali cardiache, passando per lo stadio embrionale. “Grazie alle loro capacità differenziative, queste cellule potranno essere utilizzate per la riparazione del miocardio danneggiato”,................
dalla fisica alla medicina
Un gruppo di ricercatori pisani dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr), dell’Università e del Nest della Scuola Normale ha sviluppato delle tecniche per rendere ancora più efficiente e veloce il controllo di sistemi che possono essere studiati con la fisica quantistica, come molecole, atomi e particelle. La ricerca è stata recentemente pubblicata sulla rivista “Nature Physics”.
“Un cameriere che deve portare un vassoio di bicchieri al tavolo di un cliente ha due scopi: farlo il più presto possibile e senza versare le bibite” spiega Oliver Morsch, primo ricercatore dell’Ino-Cnr e autore del lavoro. “In modo molto simile, nella fisica quantistica che descrive il comportamento della materia a livello dell’atomo o subatomico, spesso è necessario controllare lo stato di un oggetto in modo accurato e rapido”.
Una tecnica utile in tal senso è ispirata proprio al problema del cameriere. “Una possibile strategia sarebbe portare il vassoio molto lentamente, tenendolo rigorosamente orizzontale in modo da non agitare le bibite, ma un bravo cameriere inclinerà il vassoio in maniera opportuna mentre cammina a passo sostenuto”, prosegue Morsch. “Nel linguaggio della fisica quantistica, il primo approccio si chiama ‘adiabatico’ e consiste nell’effettuare il controllo dell’oggetto molto lentamente. Il secondo, chiamato‘superadiabatico’, permette invece di accelerare il controllo in modo considerevole”. 
Realizzando tali protocolli in un sistema  modello, composto da un gas di atomi molto freddi dentro dei cristalli artificiali  prodotti con la luce laser, i ricercatori di Pisa hanno dimostrato da un lato che la strategia del ‘bravo cameriere’ può essere applicata al mondo quantistico e dall’altro che essa non viene alterata da eventuali variazioni del percorso. “Tale caratteristica è cruciale in applicazioni realistiche della fisica quantistica, visto che gli stati quantistici, cioè le rappresentazioni matematiche di un sistema quantistico come un atomo o una molecola, sono molto fragili e vengono facilmente perturbati da campi elettrici o magnetici presenti praticamente ovunque”

............ “Nelle tecnologie informatiche del futuro, invece, tali spin potranno essere utilizzati per creare dei bits quantistici, detti ‘qubits’, ovvero le unità d’informazione dei computer quantistici (mentre i bit sono le unità d’informazione dei computer classici), che permetteranno di fare calcoli complessi in tempi molto più rapidi di quelli raggiungibili con i computer di oggi”.

Nessun commento: