mercoledì 25 marzo 2009

ma allora la Regione Piemonte qualche soldo c'e' l'ha. Per finanziare chi ?

Intervista ad Angelo d'Orsi, docente , da La Stampa del 23/3/09

Universitario, storico della cultura e ideatore del FestivalStoria che si svolge a Saluzzo e a Savigliano,

do­mandiamo: salverebbe qual­cosa del Premio Grinzane Cavour?

«Io non salverei un belniente. Quella del Grinzane è una con­cezione della cultura che abor­ro: privilegia la visibilità, alla stregua dell'idea della politica basata sulla ricerca del consen­so. Ed è poi una cultura chiusa al pubblico. Ma non vorrei mara­maldeggiare sul Grinzane. So­prattutto non vorrei che le mie parole fossero fraintese, pro­prio perché sono il promotore delFestivalStoria,chetral'altro, dopo quattro belle edizioni che gli hanno dato una notorietà in­ternazionale, rischia di morire per mancanza di finanziamen­ti. In ogni caso dico queste cose sul Grinzane in quanto lo riten­go agli antipodi delle proposte culturali fondate sulla serietà, scientìfica e sull'onestà intellet­tuale, rivolte al grande pubblico senza sbracare, indipendenti daipolitici e trasparentìnei con­ti».

Anche lei, però, con il suo Fe­stivalStoria, assegna un pre­mio. Non è vero?

«Verissimo. Ma è un ricono­scimento simbolico, che non prevede alcun esborso di dena­ro. Chi lo vince si impegna a te­nere una conferenza, pensi un po'. Al vincitore offriamo sol­tanto l'ospitalità».

Grinzane Cavour, e non so­lo questa (ex) associazione, ha ricevuto fiumi di denaro pub­blico. Spesso si tratta di contri­buti dati senza controllo. Lei che cosa farebbe per garantire che il denaro venga speso bene?

«Sinceramente non lo so. Non sono un amministratore e tantomeno un politico, sono un battitore libero, non ho mai aderito a un partito. Butto: magari si potrebbe istituire un giurì d'onore che, prima di con­cedere dei soldi pubblici, esa­minile proposte delle varie as- . sedazioni, premiando quelle che presentano progetti cultu­rali seri e naturalmente che fac­ciano vedere i loro bilanci. Pen­so a ciò che ci si è proposti con il FestivalStoria, che finora si è barcamenato con scarsi finan­ziamenti: basti dire che su un budget di circa 150 mila euro, la Regione ne garantisce 30 mila. Con la collaborazione di storici, studiosi, ma pure di esponenti della letteratura, del giornali­smo, del teatro, del cinema, che vengono da diverse parti del mondo, cerchiamo di trattare per tutti, non solamente per pochi privilegiati, igrandi temi del­la storia e dell'attualità. Ed è in questo modo che si diventa cit­tadini consapevoli».Grinzane, così il fratello del patron girava fondi regionali ai suoi soci

Repubblica — 09 marzo 2009   pagina 2   sezione: TORINO

TUTTI insieme appassionatamente: fratelli, amici, soci. E un confine fra privato e pubblico così esiguo da apparire un miraggio. Accadeva nei reami dei fratelli Giuliano Soria e Angelo Soria da Costigliole d' Asti. Scarpe un pochino grosse, forse, ma cervello fino. Se il primo con il suo Grinzane Cavour in quasi tre decenni ha potuto cementare un «premificio», con clientele e fornitori invariati nel corso degli anni, che non ha eguali in Italia, il secondo, alto funzionario della Regione Piemonte, ha messo in piedi un «deliberificio» altrettanto enorme nel campo dei finanziamenti regionali. Erogati senza rendere conto a nessuno. L' attuale responsabile della comunicazione istituzionale della giunta Bresso, già potente con l' amministrazione Ghigo, concedeva denaro pubblico tanto al fratello Giuliano, come è ormai emerso chiaramente, quanto a Bruno Libralon. É un intraprendente titolare di ristoranti che siè poi dedicato alla sua creatura chiamata Icif, l' Italian Culinary Institute for Foreigners, vale a dire una scuola di cucina destinata agli stranieri. Tra le sue sedi può vantare il castello di Costigliole d' Asti. Sì, proprio quello in ristrutturazione da tempo immemorabile, con denaro al solito di provenienza pubblica, dato in gestione, guarda che caso, a don Giuliano Soria e al suo Premio Grinzane Cavour. Il fatto ancora più singolare, però, è che Angelo Soria ha firmato svariate «determine» per impegni di spesa verso Libralon e il suo Icif pur essendo in società con lui. Lo è dal 2005, da quando, insomma, con l' ex padrone del ristorante Antica Zecca di Caselle ha creato la Everything, un srl che ha come oggetto la «organizzazione di fiere, mostre, esposizioni, convegni e manifestazioni simili». Non risulta che il dirigente regionale ne abbia venduto le quote. Eppure tutto ciò, alla faccia del conflitto d' interessi, non gli ha impedito di finanziare l' Icif dal 2002 a oggi. Si va dalle fatture per quasi otto mila euro (esattamente 7958,609) del 2002 ai 120 mila euro con cui, il 18 agosto del 2005, Soria aderisce al «progetto presentato nella sede Icif di Shangai da realizzare attraverso il Nuovo Istituto di Cucina, Enologia e Cultura delle Regioni Italiane», passando per altri progetti analoghi. Per esempio l' adesione all' iniziativa «Gusta il Piemonte», sempre a Shangai (80 mila euro, deliberati nell' ottobre 2006)e sempre con l' Icif in primo piano. E come i 1800 euro sborsati alla scuola di Libralon, nella stessa data, per un corso di cucina di due ore, per ventidue persone, al Castello di Costigliole. Curiosamente nelle «determine» di Angelo Soria l' Icif è indicata quale «associazione senza fine di lucro», la medesima usata per il Premio Grinzane Cavour. Il creatore dell' Icif, inoltre, partecipava ai famosi viaggi per il mondo del Grinzane di don Giuliano, popolati dai soliti noti. Uno di questi è la gitarella in Brasile del marzo 2008, nella quale Libralon, oltre a giostrare da par suo i suoi cuochi, partecipa pure a un convegno sulla globalizzazione. C' erano tanti modi per far felici amici, soci e parenti. Se gli impegni di spesa di Angelo a volte non finivano a Giuliano tramite il Premio Grinzane, c' era l' associazione Civiltà dei Territori Letterari a monetizzarli: 7500 euro il 31 gennaio del 2006; 30 mila, il 10 agosto del 2007, per un viaggio a Salamanca; e altri 30 mila, il 9 luglio 2007, per un' escursione a Mosca. Direte voi: ma che cosa c' entra Soria con questa associazione? Risposta: tutto. I luoghi e i tempi sono quelli dei vari Premi Grinzane all' estero. E la sede della Civiltà dei Territori Letterari è ubicata nei locali di piazza Castello 9, quartier generale della fantomatica Antenna Culturale Europea, altra creatura di padron Giuliano. L' indirizzo Internet, infine, è il seguente: grinzane@tin. it. I documenti LA VENDEMMIA Angelo Soria durante la festa della vendemmia a Costigliole organizzata con il fratello a spese del Grinzane. A sinistra una delle "determine" firmate da Angelo Soria a favore di un suo socio in affari - MASSIMO NOVELLI

da La Stampa del 23/3/09

Il capogruppo della Lega Nord: «Basta con gli Slow Food e le Sandretto»

di FEDERICO MONGA

A Roberto Cota, figlio emergente di una Lega che vuole essere di governo ma che non ha perso i cromosomi pane e salame, i banchetti al tartufo letterario di Giuliano Soria non possono andare giù: «Il Grinzane Cavour è solo la punta dell’iceberg della cultura alla piemontese». E cosa c’è sotto? «Una cupola di salotti che, a Torino da piazza Castello a palazzo Civico passando per la Provincia, ha caratterizzato gli ultimi anni di amministrazione». Identikit? «Autoreferenziale, così autoreferenziale di credersi al di sopra di tutto anche dei controlli. Una compagnia di giro dove è difficile distinguere il confine tra attività pubblica e attività privata». Facciamo dei nomi. «Slow food e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con una premessa però». Prego. «Sul Grinzane Cavour stanno venendo fuori fatti che possono avere una ricaduta penale. Non ho nessun elemento per estendere ad altri il sistema Soria né sono un magistrato. Io faccio un discorso dal punto di vista delle scelte sulla gestione politica. Sono stati dati milioni e milioni di euro attraverso un sistema autoreferenziale a enti e fondazioni dove c’è una smaccata personalizzazione, dove, ripeto, il confine tra pubblico e privato è molto labile». La Lega nei salotti non è mai stata invitata. Non rischiate di fare la figura di quelli che criticano dal di fuori ma che vorrebbero tanto partecipare? «E’ la gente che è incavolata. Noi parliamo con i cittadini che patiscono la crisi, che perdono il lavoro. E la gente vede il professor Giuliano Soria che con i soldi pubblici ristruttura castelli e ville, banchetta e se ne va in giro per il mondo con la sua corte. La gente si chiede perché il dirigente regionale Angelo Soria sia stato solo trasferito ad altro incarico e non rimosso. La gente si chiede perché i controlli non hanno funzionato». Ce lo dica lei. «Perché è un sistema che si autoalimenta. Sono seduti negli stessi salotti dove si fa e si disfa». E chi apparecchia questi salotti? «I soliti» I nomi. «I salotti buoni di Torino». I nomi... «Quando dico i salotti buoni, ho già detto tutto». Il Grinzane Cavour, come tanti altri, è stato sovvenzionato alla grande anche quando il centrodestra, Lega compresa, governava la Regione con Ghigo. «Noi ne siamo sempre stati fuori, gli unici». E Ghigo, Vanelli, Leo? «La giunta Ghigo ha governato molto bene per alcune cose, però sulla cultura ha fatto scelte che non condivido. E’ un’impostazione politica sbagliata. Un’impostazione che va avanti da anni. Anche con Ghigo non si è presa una strada diversa, non c’è stata un’alternativa. Però con la giunta di centrosinistra c’è stata una degenerazione. La Bresso si è fatta fotografare con Soria in molte occasioni». Anche Ghigo «Ha sbagliato». Chiamparino? «E’ il re dei salotti. Soria aveva l’appoggio di tutti». Il Comune ha dato molto meno. «Però l’appoggio politico c’era». Oltre alla politica chi altro ha tenuto bordone al sistema Soria? «Le banche e le fondazioni, un sistema di potere autoreferenziale pari a quello della cultura». Però sono enti privati che spendono soldi privati. «Ma le finalità sono pubbliche e nei consigli sono eletti personaggi pubblici». Tutti si difendono dicendo che il Grinzane era un’associazione e quindi era impossibile controllare. «Però hanno ricevuto troppi soldi. Mentre in consiglio regionale anche per una spesa da mille euro ti chiedono le pezze giustificative». Alternativa? «Dopo questa sbornia bisogna azzerare tutto. Più piedi per terra e meno effimero» Fare tutto di un’erba un fascio? «Ci sono esempi positivi. Teatri e orchestre che producono, danno lavoro dalle maschere agli attori e non concorsi letterari dove si danno migliaia di euro di cachet, dove ci sono dentro tutti, giornalisti compresi».

orso castano : dice Cota: nei salotti buoni si fa si disfa tutto. Queste voci girano nella citta' da decenni. Non e' cambiato nulla da questo punto di vista. Il sistema di gestione delle risorse umane e deldanaro pubblico e non , passa  per accordi bipartisan di salotto. Questo metodo "mastelliano" , verticistico, partitocratico, elitario, profondamente autoritario, dovrebbe far riflettere. Altro che management delle risorse umane!! Il clientelismo impera. Altro che liberalismo e concorrenza leale!! C'e' solo spartizione della torta e la compressione se non l'emarginazione sotterranea, ma selvaggia, di chi pur avendo buone idee non viene ammesso alla tavola. ......

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