domenica 1 marzo 2009

LA FINE D! UN DOGMA :il codice genetico non e' immancabilmente preciso e univoco.

II doppio senso del DNA ,

da LE SCIENZE di febbraio 09 , di Daniele Fanelli

Scoperto un microrganismo in cui una sequenza codifica per due amminoacidi Se il codice genetico è il linguaggio della vita, ne abbiamo colto il primo doppio senso. Un team di biochimici statunitensi ha scoperto un mi­crorganismo in cui la stessa sequenza di DNA co­difica per due amminoacidi diversi. La ricerca, pubblicata su «Science», rovescia mezzo secolo di certezze, e farà riscrivere i manuali di genetica. Le istruzioni per costruire un organismo sono scritte in un alfabeto di quattro lettere, le «basi» del DNA (A, G, C, T, cioè adenina, guanina, citosina, timina). A gruppi di tre, queste basi formano «parole» (AGC, CCT e cosi via), ciascuna corrispon­dente a un amminoacido, cioè a un mattone fon­damentale delle proteine. Un gene, quindi, è simile a una lunghissima frase che contiene alcune istru­zioni e la lista degli amminoacidi necessari a fa­re una proteina. La frase è copiata e poi tradotta in proteine dall'RNA detto «messaggero» (mRNA), una molecola a filamento simile al DNA ma scritta in un alfabeto leggermente diverso: al posto della timina ha l'uracile (U). Finora si pensava che il codice genetico fos­se univoco e preciso; che, cioè, in tutti gli organi­smi facesse corrispondere a ogni tripletta di DNA o RNA un solo amminoacido. A più di cinquant'anni dalla scoperta della doppia elica, i genetisti ne erano così convinti da considerarlo quasi un dog­ma, riportato in tutti i testi accademici. Libri che un umile protozoo marino obbligherà adesso a cor­reggere: neH'mRNA di Euplotes crassus, infatti, la sequenza UGA richiama a volte l'amminoacido ci-steina e a volte un altro, la selenocisteina. E questo anche all'interno di uno stesso gene. Come può questa ambiguità non creare il ca­os all'interno di E. crassus? Gli autori della scoper­ta, guidati da Vadim Gladishev, dell'Università del Nebraska, avrebbero già in parte risolto il mistero. L'mRNA di questo organismo ha una particolare sequenza terminale, che modifica la forma del fi­lamenti creando un piccolo anello. Per un mecca­nismo non ancora compreso, questa struttura in­fluisce sulla traduzione delle triplette UGA. Quelle vicine all'anello richiamano la selenocisteina, le altre la cisteina. È la prima infrazione del codice genetico mai osservata, e gli autori ritengono che non sia l'uni­ca. Perché la loro scoperta dimostra che nell'evolu­zione biologica non ci sono regole assolute.  

1 commento:

Unknown ha detto...

Una conferma ulteriore della non biunivocita' tra un gene e la sintesi di una corispondente proteina. Questa volta non e' implicato il
"tagli e cuci" operato dai diversi RNA cellulari quanto piuttosto la forma circolare del DNA.
Il panorama si complica e la "pressione ambientale" assume ancor piu' rilievo. Sullo sfondo la selezione naturale e l'adattamento. Darwin aveva visto giusto?