lunedì 30 marzo 2009

X-Phi , una nuova tendenza filosofica , anglosassone

Suona un po' come X Files, ma non è esat­tamente la stessa co­sa, anche se il meto­do scientifico riven­dicato con forza dal­l'agente Dana Scully, tutto som­mato, potrebbe trovarvi agevol­mente il suo posto. X-Phi è l'acronimo che desi­gna la experìmental philosophy, una tendenza filosofica molto giovane, che si è fatta largo nella cultura anglosassone e che com­bina la dimensione della rifles­sione e dell'elaborazione con­cettuale con una serie di esperi­menti pratici e di ricerche quantitative condotte mediante son­daggi e questionari. A rilanciare il dibattito sullaX-Phi, presenta­ta come la corrente più trendy della filosofia contemporanea, è, tra gli altri, un lungo articolo dei filosofi David Edmonds e Nigel Warburton apparso sul nu­mero di marzo di Prospect, la prestigiosa rivista politico-cul­turale londinese, in cui gli autori prendono le mosse dai test di unaneurobiologa tedesca, Katja Wiech, che ha dimostrato come la somministrazione di scariche elettriche a cattolici osservanti in atto di contemplare un'im­magine della Madonna risulti meno dolorosa di quanto accade nel caso di un ateo o di un agno­stico. Esiti sperimentali su cui la giovane scienziata si è confron­tata successivamente con un gruppo di pensatori convinti che il dato empirico non fornisca un semplice sostegno alla filosofia, ma sia, in qualche modo, il fon­damento stesso del fare filosofia. LaX-Phi si colloca così netta­mente in controtendenza ri­spetto all'egemonia, sinora in­contrastata, esercitata dall'ana­lisi concettuale, e si scontra, quindi, con la tradizione di filo­sofia analitica dominante nel mondo anglosassone. Ragion per cui si esprime molto attraverso blog e siti (oltre che libri), e viene avversata o liquidata ma­lamente da vari mostri sacri del pensiero angloamericano, su­scitando, invece, entusiasmi tra i filosofi più giovani e alimentando una polemica culturale dove anche l'anagrafe gioca la sua parte. Anche se, a onor del vero, pure una star del livello del filo­sofo del "cosmopolitismo" (e molto altro) Kwame Anthony Appiah mostra parecchio inte­resse, dopo avere pubblicato un libro di"esperimenti di etica", ed essendosi spinto a definirla sul New York Times come la "nuova nuovafilosofia". Lafilosofia sperimentale vanta una "scuola" molto dinamica che conta tra i suoi esponenti di punta Joshua Knobe, Shaun Nichols, Neill Levy, al lavoro tra Princeton eOxford, figure, di cui si parlerà sempre più, che si muovono nei tre ambiti fondamentali, chiara­mente interdisciplinari, che ne compongono lo scenario attua­le. Ovvero, lo studio, mediante le tecnologie a disposizione delle neuroscienze, dell" attività men­tale che si sviluppa quando gli in­dividui si trovano alle prese con un problema di natura filosofica; l'utilizzo, uscendo dalle aule e dagli uffici universitari, di questìonari per comprendere le in­tuizioni e le modalità di ragiona­mento nella vita quotidiana; e, infine, gli "esperimenti sul cam­po", conl'osservazionedei com­portamenti e delle reazioni a specifiche situazioni da parte di un individuo, osservato a sua in­saputa. Tutto molto anglosassone, perl'appunto. E in ltalia? Queste tematiche ricevono una certa at­tenzione daparte diRes cogitans (www.rescogitans.it), "sito di fi­losofia applicata" dedicato a Marco Mondadori, che annove­ra tra i suoi collaboratori Telmo Pievani, Maurizio Ferraris, Ma­rio De Caro e Nicla Vassallo. Adi-rigerlo è Simona Morini, docen­te di Teoria delle decisioni razio­nali e dei giochi allo luav di Ve­nezia (e autrice, con Pietro Per­centi, di Emailfilosofiche, edito da Cortina), che nota come la X-Phi rappresenti «una sorta di interessante ritorno al passato, al­la filosofia morale e alla tradizio­ne del Sei-Settecento. Basti pen­sare, infatti, che il famosissimo Trattato sulla natura umana di David Hume aveva come sotto­titolo: Un tentativo di introdurre il metodo sperimentale di ragio­namento negli argomenti mora­li. Dunque, vari sono gli aspetti positivi: da un lato, i filosofi rico­minciano a fare scienza (supe­rando lo specialismo introdotto nell'Ottocento) e, dall'altro, tor­nano a occuparsi di fatti reali, so­prattutto in Italia dove la produ­zione filosofica negli ultimi tem­pi è stata orientata per lo più ver­so l'ermeneutica e la storia. Questi esperimenti, inoltre, tornano al senso comune, ma confutano anche i luoghi comuni. E spro­vincializzano la disciplina, attri­buendole una dimensione vera­mente mondiale, mostrandoci, per esempio, come la filosofia del linguaggio contemporanea risultimolto collegata alle lingue occidentali. Naturalmente, ci sono anche i limiti: gli scienziati si rivelano oggi ancora piuttosto deboli sotto il profilo filosofia», e viceversa. Come diceva Robert Hooke: "La vera filosofia inizia dalle mani e dagli occhi, ma deve procedere con la memoria e continuare con la ragione". È così che dovrebbe accadere, tornan­do davvero all'idea del filosofo naturale seicentesco». E, quindi, se son rose (filosofiche), magari fioriranno anche in Italia... per saperne di piu' : http://www.rescogitans.it/................ http://www.prospect-magazine.co.uk/landing_page.php................ http://www.slate.com/id/2137223/

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