“Quando si fanno le cose difficili i passaggi sono difficili. Noi non possiamo mettere a posto questa sanità se non cominciamo ad avere processi importanti di razionalizzazione. Vogliamo organizzare gli ospedali sulla base delle esigenze dei cittadini e dei malati non su quella dei primari”. E’ il commento del presidente della Regione, Claudio Burlando, alla spaccatura registrata ieri in consiglio nella maggioranza su un odg relativo alla riorganizzazione ospedaliera. “Noi vogliamo riformare la sanità - ha detto Burlando - e non staremo a sentire le lobby. Io difenderò tutto ciò che sono le spese che riguardano i pazienti, ma le lobby, di qualunque genere, non le posso difendere, né quelle che producono farmaci, né quelli che vogliono più reparti per i primari, né quelle di rappresentanti politici di ogni parte che sono interessati a cose poco utili”. Sul problema specifico del Santa Corona, il presidente ha ricordato che “le Marche sono grandi come la Liguria ed hanno un unico centro direzionale, un’unica Asl; noi abbiamo 12 centri di spesa, 12 strutture amministrative. Dobbiamo privilegiare le spese per la sanità, non le spese per l’amministrazione della sanità. Si presenta una occasione importante, cioé quella di avere il direttore generale di Savona che può dirigere l’agenzia della sanità per coordinare l’offerta sanitaria e allora pensiamo che sia ragionevole che il direttore generale di Savona coordini il governo clinico regionale ed il direttore di Savona coordini l’attività unica territoriale e ospedaliera della provincia”. “Non toglieremo nulla dal punto di vista assistenza sanitaria-ospedaliera in quel territorio - ha aggiunto - anzi: i 6 milioni di euro che si risparmiano unificando la struttura amministrativa andranno tutti sulla sanità. Noi dobbiamo curare la gente, non dare lavoro a direttori generali. Se una struttura amministrativa unica governa tutte le Marche, che non lo si possa fare per Savona mi sembra abbastanza discutibile”. Burlando ha concluso con un appello: “Non possiamo ogni volta dire che i costi della politica vanno diminuiti e poi quando si prova a fare qualcosa trovare ostacoli. O la politica cavalca tutte queste spinte e non mette a posto niente o si trova il coraggio di fare certe cose e ci si prova. Siccome a noi il coraggio non manca, ci proviamo”.
(dal blog) Marco risponde ...........Lei non ascolta neppure i Cittadini altrimenti saprebbe che non vogliono che si distrugga il Santa Corona. Si preoccupa delle spese che non riguardano i pazienti? Allora pensi al San Martino di Genova, al San Paolo di Savona, agli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte che sono in deficit e lasci stare il Santa Corona che ha il bilancio in pareggio. Non si può paragonare la nostra amata Liguria con le Marche… sono due realtà differenti. Invece di fare questo pasticcio dovreste sanare i bilanci degli ospedali in deficit e aumentare l’offeta medica in ogni ospedale..........
(dal blog) Paolo risponde :
14 Giugno 2007 , per completezza di informazione vediamo di chiarire quali soluzioni sono state adottate dalla Regione Marche, che così spesso viene citata. Nel 2001 le Marche avevano 13 ASL e 4 Aziende Ospedaliere (AO). Con 13 ASL la regione aveva una popolazione media di 100.000 abitanti per azienda sanitaria, circa un terzo della media nazionale.Nel 2003, con la legge regionale n. 13, viene così riformato il sistema:
- le 13 ASL sono state accorpate in un’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) con sede ad Ancona, articolata al suo interno in 13 Zone Territoriali (le precedenti ASL) con 13 Direttori di Zona, comprendenti 31 stabilimenti ospedalieri a gestione diretta
- le 4 AO sono state ridotte a due: l’A.O. San Salvatore di Pesaro l’A.O. “Ospedali Riuniti” di Ancona, nata dalla fusione per incorporazione delle aziende “Lancisi” e “Salesi” nell’azienda Umberto I (a sua volta integrata con l’Università) tutte operanti ad Ancona. Perchè in questa riforma, le Marche non si sono private delle Aziende Ospedaliere? Forse perchè uno dei capisaldi su cui si fonda il progetto di riorganizzazione, è quello di avere ospedali a rilevanza regionale con autonomia di governo aziendale (garantita da una propria direzione strategica), perni (cosidetti “HUB”) della rete che corrispondono alle strutture di alta specializzazione, deputate all’assistenza di “secondo livello” con vocazione plurispecialistica. Forse questo non interessa al Presidente Burlando. P.S. da notare che la Zona Territoriale di Pesaro ha, a sua volta, uno stabilimento ospedaliero a gestione diretta (Novafeltria) con 55 posti letto per acuti e 15 di lungodegenza.
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