ROMA.Nascono le ricette mediche a lettura ottica anti spreco. Con due obiettivi: controllare a tappeto la spesa sanitaria e accelerare i rimborsi ai fornitori del Ssn. È con questa novità, inserita all’ultimo momento nella bozza del maxi decreto legge di accompagnamento alla Finanziaria, che si presenta la manovra sanitaria 2004. Una manovra che anche quest’anno riserva gli interventi principali al settore farmaceutico: con la nascita dell’«Agenzia italiana del farmaco», con l’obbligo solo per le industrie di ripianare il 60% degli eventuali sfondamenti e con la creazione di un Fondo per l’informazione scientifica indipendente al quale ancora le industrie verseranno il 5% delle proprie spese «autocertificate» di marketing. Il testo del decreto legge approdato a Palazzo Chigi non si occupa del finanziamento del Ssn per il 2004. È, infatti, la Finanziaria a riservare le sorprese meno gradite alle Regioni, a cominciare dalla conferma (implicita) delle dotazioni già previste dal patto di stabilità dell’8 agosto 2001. Somme che per le Regioni significano «rosso» pressoché certo, anche grattando quel che resta da grattare dal fondo del barile di una spesa non sempre, e non del tutto, sotto controllo. Il beneficio del recupero dell’Iva sulle esternalizzazioni di Asl e ospedali, o la stessa iniezione di due miliardi per l’edilizia sanitaria, rappresentano solo una goccia nel mare di un sottofinanziamento stimato almeno in otto miliardi. Anche perché ormai incalzano contratti e convenzioni da rinnovare. Agenzia, spesa e ripiani: Sarà l’Agenzia il nuovo strumento di controllo della farmaceutica pubblica. Avrà un Cda con presidente designato dal ministro della Salute (d’intesa con le Regioni) e quattro membri (due scelti dalla Salute, due dalle Regioni). E proprio sull’Agenzia graveranno le principali responsabilità in materia di governo della spesa di settore. Il tetto di spesa è fissato nel 2004 al 16% della spesa complessiva del Ssn, inclusa quella ospedaliera, ma come «valore di riferimento». Se il tetto sarà sfondato, le industrie contribuiranno per il 60% al rosso accumulato con una procedura di recupero da parte del Ssn che chiama in causa i farmacisti. Il 40% residuo sarà a carico delle Regioni, che potranno agire con ticket, tasse locali e meccanismi alternativi di distribuzione dei farmaci. Proprio la questione del ripiano ha provocato ieri un botta e risposta tra Farmindustria e Federfarma, con i farmacisti che non hanno affatto gradito (si veda «Il Sole-24 Ore» del 28 settembre) la richiesta degli industriali di coinvolgerli nelle responsabilità finanziarie. Confezioni e «bugiardini»: Dal 30 giugno 2004 dovranno essere sul mercato le confezioni «ottimali», tarate per ciclo di cura nelle patologie croniche, con prezzi proporzionati. Le industrie che non si adegueranno si vedranno ridotti i prezzi del 30 per cento. E da gennaio prossimo (non più dal 2005) i foglietti illustrativi dei medicinali, i cosiddetti «bugiardini», dovranno essere «leggibili e comprensibili». Informazione trasparente: Nace un Fondo ad hoc per l’informazione scientifica trasparente, cui le industrie verseranno il 5% delle spese di promotion: si occuperà di farmaci orfani per le malattie rare, ricerche e sperimentazioni comparative, farmacovigilanza. Appositi provvedimenti regionali interverranno poi su pubblicità dei farmaci destinata a tutti gli operatorisanitari e consegna di campioni gratuiti e omaggi. Nuove ricette al via: Nasce la «ricetta medica a lettura ottica », secondo un modello che verrà approvato dal ministero dell’Economia. Comparirà un codice a barre per identificare i medici e le Asl cui appartengono e riporterà sempre il codice fiscale dell’assistito. Le Regioni riceveranno come "premio" il riconoscimento dell’accesso ai finanziamenti aggiuntivi dal 2003 al 2005. Con questo sistema, oltre che fare un check costante della spesa e negare l’esenzione a chi non spetta, si conta di accelerare i rimborsi a farmacie, laboratori di analisi ed erogatori di servizi sanitari in genere. ROBERTO TURNO Il Sole 24 Ore Martedì 30 settembre 2003
orso castano : molta acqua e' passata sotto i ponti : e' nata l'AIFA (Agenzia Italiana Farmaco ) , il BIF (Bollettino Italiano Farmaco), l'ECM (la formazione continua per i medici), la crisi dell'industria farmaceutica ha ridimensionato drasticamente il contributo che questa era tenuta a dare , e' arrivata la ricetta con la lettura ottica, che, nella versione attuale, riporta anche il codice fiscale del paziente.....e qui sorge qualche problema: le ASL subissate di ricette, non riuscendo a monitorare (a fini di controllo e spesa) la montagna di " ricette rosse" hanno "esternalizzato" la loro lettura appaltandola a ditte estranee all'ASL stessa. Si dice che qualche ditta lavori contemporaneamente anche per le Case Farmaceutiche. Potrebbe venire a determinarsi cosi' che un'azienda "esterna" all'ASL potrebbe lavorare sia per chi vende che per chi consuma. I due soggetti potrebbero avere interessi contrapposti , cioe' in conflitto. Cosi', sempre quest'azienda "esterna" viene a conoscenza di dati estremamente sensibili, come che cosa ogni singolo medico prescrive ed a chi , ed inoltre quale e' il consumo dei farmaci di una singola asl , cioe' quanto e che tipo di farmaci prescrivono i medici di base e gli specialisti, ospedalieri e non. Queste aziende (clicca il link sotto) non devono (sarebbe compito delle ASL) pubblicare i dati raccolti, in forma generica (non sensibili , quindi al di fuori della legge sulla privacy, ma comunque estremamente utili); esse pero' vengono a conoscenza indirettamente , ma approfonditamente, dello stato di salute della popolazione residente in quell'ASL. Le ASl inoltre molto raramente , come risulta dal web, pubblicano i capitolati riguardanti gli appalti per queste aziende, ne' pubblicano , se non raramente e spesso in forte ritardo rispetto alle necessita', dati sul consumo dei farmaci, sulle prestazioni e sui ricoveri nei vari reparti pubblici e convenzionati . Ne deriva che da un lato i cittadini sono disinformati e non in grado quindi di valutare ,attraverso i dati sul consumo dei farmaci , lo stato di salute della popolazione e gli interventi al riguardo dell'ASL, mentre dall'altro queste aziende sanno molte cose su di loro, e sono cose molto delicate. Domanda: non e' forse questa una gestione privatistica della sanita'? A questo punto non sarebbe forse utile introdurre al piu' presto la ricetta elettronica con un codice personale conosciuto solo dal paziente?
Del resto a distanza di anni , dopo mille richieste dai cittadini , manca ancora oggi una legge sul conflitto di interesse !! In tal modo nulla osta alle aziende di servire il diavolo e l'acqua santa !!
un esempio di appalto di lettura ricette ed altro. Un'esternalizzaione pericolosa!! :
per il conflitto d'interesse , vai anche al post: http://menteallegra.blogspot.com/2009/03/conflitto-interessi-franceschini.html
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