DELITTO DI VIA MONTEROSA DOPO TRE GIORNI LE IMMAGINI SPARISCONO. Cancellati i video all'ospedale Sequestro tardivo: potevano raccontare se l'assassino era già armato Se c'era un modo per svelare il mistero del coltello con cui Antonio Olivieri ha ucciso Lorenzo Bollati e ferito gravemente la figlia 16enne Giorgia, da ieri non c'è più. Si trattava delle telecamere del triage dell'ospedale San Giovanni Bosco. Ieri mattina il pubblico ministero Andrea Bascheri si è recato nel reparto di Chinirgia al quinto piano dell'ospedale per interrogare la ragazza dopo il primo colloquio di mercoledì con la squadra omicidi della Mobile. La ragazza ha confermato, dilungandosi maggiormente, la versione fornita agli investigatori della polizia. Il magistrato, però, prima di uscire ha chiesto alla direzione le videocassette su cui erano incise le registrazioni del triage. Quelle immagini erano fondamentali per verificare la versione fornita mercoledì da Olivieri nel suo interrogatorio di convalida. E soprattutto avrebbe svelato il mistero principale: l'omicida, quando è entratoin ospedale, era già armato con il lungo coltello da cucina che di lì a poco avrebbe usato su padre e figlia, oppure no? La domanda è fondamentale considerando il fatto che Olivieri, prima di essere trasportato al San Giovanni Bosco, era stato alla caserma dei carabinieri di corso Giulio Cesare e, in stato delirante, aveva chiesto di essere arrestato. In quell'occasione un sottufficiale lo aveva perquisito e gli aveva trovato addosso un coltello Opi-nel. L'arma era stata sequestrata e Olivieri denunciato. Poi erano stati chiamati i paramedici del 118 perché l'uomo, che si era anche ferito autonomamente alle brac-cia, venisse portato in ospedale. Ma Olivieri uscì dalla caserma con un coltellaccio non visto, oppure si procurò l'arma dopo essere scappato dall'ospedale? Quelle registrazioni avrebbero potuto fornire una risposta. Peccato che siano già state cancellate. L'ospedale non ha alcun obbligo temporale e, per prassi, al San Giovanni Bosco le immagini vengono cancellate ogni tre giorni per permettere il riutilizzo delle cassette. Ieri era il quarto giorno. Non sembra che la procura abbia preso bene la notizia. Le videocassette sono state comunque sequestrate e ora si tenterà di capire attraverso gli esperti se sia utile o meno affidare una perizia per cercare di recuperare le immagini cancellate............... da La Stampa di Torino del 13/3/09 di RAPHAÈL ZANOTTI orso castano : come mai non e' stato fermato in Ospedale ? Perche'' , se è fuggito, non e' stata avvisata la polizia?
......................................................Sempre da La Stampa dello stesso giorno VIA LENII' AGGANCIATO CON UNA FUNE DAGLI AGENTI Voleva suicidarsi salvato con un lazo «Venite, c'è una donna con un bambino in braccio che vuole buttarsi dal balcone». La telefonata al «113» è arrivata poco prima delle 8. Tre «Volanti» sono schizzate in via Leini 84. A cavalcioni del balcone al quarto piano, però, c'era un uomo, A. I., 43 anni. Minacciava di gettarsi nel vuoto. Da tempo era in cura per depressione, ha approfittato dell'assenza della moglie per scavalcare la ringhiera e minacciare il gesto estremo. Gli agenti hanno cercatori entrare nell'alloggio, ma si sono trovati davanti a una porta blindata. Cosi, hanno deciso di salire al piano superiore. L'idea era di calarsi con una fune per imbragare la persona e riportarla in casa. L'uomo non ne voleva sapere. A quel punto, alcuni agenti hanno sfruttato l'esperienza da rocciatori. Uno ha fatto un cappio con una fune da arrampicata e l'ha fatta scendere verso l'uomo. È riuscito a farla ondeggiare finché non ha infilato una sua gamba nel cappio, A quel punto, haf atto scorrere la fune fino alla coscia e lo ha bloccato contro la ringhiera: tutte le volte che tentava di gettarsi nel vuoto, gli agenti (tenuti uno con l'altro a formare una catena umana) lo tiravano contro la ringhiera. 1 poliziotti sono riusciti a tenere la situazione sotto controllo fino all'arrivo dei vigili del fuoco, che hanno utilizzato un carrello elevatore. L'uomo è stato accompagnato in ospedale. Era sconvolto, non è riuscito a spiegare i motivi del proprio gesto. Sembra che da tempo non riuscisse a superare una situazione psicologica legata a problemi economici.
Orso castano : dai dati (vai al post ) che il Centro di Ricerche in psichiatria , situato proprio in quell'asl , ha fornito , risulta che il Piemonte e' tra le prime regioni italiane per suicidi e tentativi di suicidio. Ci si chiede se il caso era in carico ai servizi e che cosa questi hannop finora fatto, cosi' come ci si chiede se i medici di medicina generale , tra primi osservatori del disagio, riescano ad intercettare precocemente chi ha questi problemi, ed ancora che cosa le ASL regionali (ed ovviamente torinesi) stanno facendo o intendono fare per questo grave problema sociale e sanitario
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