domenica 15 marzo 2009

Torino : un assassinio ed un tentativo di suicidio. E i Servizi Psichiatrici ?............

DELITTO DI VIA MONTEROSA DOPO TRE GIORNI LE IMMAGINI SPARISCONO. Cancellati i video all'ospedale Sequestro tardivo: potevano raccontare se l'assassino era già armato Se c'era un modo per svelare il mistero del coltello con cui Antonio Olivieri ha ucciso Lorenzo Bollati e ferito gra­vemente la figlia 16enne Giorgia, da ieri non c'è più. Si trattava delle telecamere del triage dell'ospedale San Giovanni Bosco. Ieri mattina il pubblico ministero Andrea Bascheri si è recato nel re­parto di Chinirgia al quinto piano dell'ospedale per inter­rogare la ragazza dopo il pri­mo colloquio di mercoledì con la squadra omicidi della Mobile. La ragazza ha con­fermato, dilungandosi mag­giormente, la versione forni­ta agli investigatori della po­lizia. Il magistrato, però, pri­ma di uscire ha chiesto alla direzione le videocassette su cui erano incise le registra­zioni del triage. Quelle imma­gini erano fondamentali per verificare la versione fornita mercoledì da Olivieri nel suo interrogatorio di convalida. E soprattutto avrebbe svela­to il mistero principale: l'omicida, quando è entratoin ospedale, era già armato con il lungo coltello da cuci­na che di lì a poco avrebbe usato su padre e figlia, oppu­re no? La domanda è fonda­mentale considerando il fat­to che Olivieri, prima di esse­re trasportato al San Giovan­ni Bosco, era stato alla caser­ma dei carabinieri di corso Giulio Cesare e, in stato deli­rante, aveva chiesto di esse­re arrestato. In quell'occa­sione un sottufficiale lo ave­va perquisito e gli aveva tro­vato addosso un coltello Opi-nel. L'arma era stata seque­strata e Olivieri denunciato. Poi erano stati chiamati i pa­ramedici del 118 perché l'uo­mo, che si era anche ferito autonomamente alle brac-cia, venisse portato in ospe­dale. Ma Olivieri uscì dalla caserma con un coltellaccio non visto, oppure si procurò l'arma dopo essere scappato dall'ospedale? Quelle registra­zioni avrebbero potuto forni­re una risposta. Peccato che siano già state cancellate. L'ospedale non ha alcun obbli­go temporale e, per prassi, al San Giovanni Bosco le imma­gini vengono cancellate ogni tre giorni per permettere il riutilizzo delle cassette. Ieri era il quarto giorno. Non sembra che la procura abbia preso bene la notizia. Le videocassette sono state co­munque sequestrate e ora si tenterà di capire attraverso gli esperti se sia utile o meno affidare una perizia per cerca­re di recuperare le immagini cancellate............... da La Stampa di Torino del 13/3/09 di RAPHAÈL ZANOTTI orso castano : come mai non e' stato fermato in Ospedale ? Perche'' , se è fuggito, non e' stata avvisata la polizia?

......................................................Sempre da La Stampa dello stesso giorno VIA LENII' AGGANCIATO CON UNA FUNE DAGLI AGENTI Voleva suicidarsi salvato con un lazo «Venite, c'è una donna con un bambino in braccio che vuole buttarsi dal balcone». La telefonata al «113» è arri­vata poco prima delle 8. Tre «Volanti» sono schizzate in via Leini 84. A cavalcioni del balcone al quarto piano, pe­rò, c'era un uomo, A. I., 43 an­ni. Minacciava di gettarsi nel vuoto. Da tempo era in cura per depressione, ha approfit­tato dell'assenza della moglie per scavalcare la ringhiera e minacciare il gesto estremo. Gli agenti hanno cercatori entrare nell'alloggio, ma si so­no trovati davanti a una por­ta blindata. Cosi, hanno deci­so di salire al piano superiore. L'idea era di calarsi con una fune per imbragare la per­sona e riportarla in casa. L'uo­mo non ne voleva sapere. A quel punto, alcuni agenti hanno sfruttato l'esperienza da rocciatori. Uno ha fatto un cappio con una fune da arram­picata e l'ha fatta scendere ver­so l'uomo. È riuscito a farla on­deggiare finché non ha infilato una sua gamba nel cappio, A quel punto, haf atto scorrere la fune fino alla coscia e lo ha bloccato contro la ringhiera: tutte le volte che tentava di get­tarsi nel vuoto, gli agenti (tenu­ti uno con l'altro a formare una catena umana) lo tiravano con­tro la ringhiera. 1 poliziotti sono riusciti a tenere la situazio­ne sotto controllo fino all'arri­vo dei vigili del fuoco, che han­no utilizzato un carrello eleva­tore. L'uomo è stato accompa­gnato in ospedale. Era scon­volto, non è riuscito a spiega­re i motivi del proprio gesto. Sembra che da tempo non riu­scisse a superare una situazio­ne psicologica legata a proble­mi economici.

Orso castano : dai dati (vai al post ) che il Centro di Ricerche in psichiatria , situato proprio in quell'asl , ha fornito , risulta che il Piemonte e' tra le prime regioni italiane per suicidi e tentativi di suicidio. Ci si chiede se il caso era in carico ai servizi e che cosa questi hannop finora fatto, cosi' come ci si chiede se i medici di medicina generale , tra primi osservatori del disagio, riescano ad intercettare precocemente chi ha questi problemi, ed ancora che cosa le ASL regionali (ed ovviamente torinesi) stanno facendo o intendono fare per questo grave problema sociale e sanitario 

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