Telemedicina , farmaci intelligenti, esami via sms , la salute punterà su dottori a distanza di monitor, controlli tramite software, di Monica Marcili da Donna di la Repubblica , del 7/3/09 Chirurgia robotizzata Prego, sì accomodi, il medico è oniine: inserisca la password. Preferisce ricevere la visita in campagna o si troverà in città? L'importante è che ci sia una connessione Internet ad alta velocità, E non dimentichi di prendere la nano-medicina: il suo cervello mostra affaticamento". Un discorso fantascientifico, che però può diventare routine. La telemedicina, la chirurgìa robotizzata ed i farmaci progettati con le nanotecnologie sono già una realtà, destinata a rivoluzionare la figura e la preparazione del medico. A patto di superare qualche banale intoppo organizzativo e tecnologico. Con la telechirurgia i medici operano a distanza, manovrando un robot, che può essere, per esempio, una sonda collegata a un computer. Per ora il limite di queste operazioni è legato al costo dì avere a disposizione una linea superveloce di trasmissione dati, che permetta al medico dì avere un feed-back in tempo reale fra la sua decisione e la manovra, come spiega il professor Eugenio Quaini, cardiochirurgo e consulente scientìfico del Dipartimento cardiovascolare degli Ospedali Riuniti di Bergamo: «Per poter garantire affidabilità e sicurezza è necessario lavorare con una banda che possa trasmettere almeno 10 Mbìts al secondo - effettivi e contìnui - e che garantisca un ritardo di trasmissione non superiore a 165 millìsecondi. Chiaramente l'utilizzo di questo tipo di connessioni, già disponìbili, comporta un costo proibitivo che al momento attuale non giustifica l'utilizzo diffuso della tecnica». Ma la chirurgia a distanza ha aperto un nuovo filone dì ricerche: sarà sempre meno necessario '"aprire" il paziente, limitando così il rìschio dì infezioni ed errori, come accenna i! professor Pier Cristoforo Giulianotti, chirurgo e direttore della divisione di chirurgia generale e robotica dell'Università delI'IIinois di Chicago: «I campì di innovazione più attivi in questo momento sono la miniaturizzazione degli strumenti e lo sviluppo di software complessi per l'acquisizione dì immagini in modo che la base dell'atto chirurgico dì "guardare" con i nostri occhi, che richiede ovviamente l'apertura del corpo, possa essere sostituita da immagini ricostruite al computer utilizzando gli ultrasuoni. Questa è la base della robotica minimamente invasiva». E se il paziente avesse qualche timore? «Non c'è alcun rischio, nella peggiore delle ipotesi l'intervento può essere immediatamente convertito in tradizionale», rassicura Giulìanotti. Purtroppo la telemedicina sta avanzando molto lentamente, spiega il dottor Remo Bedini, responsabile del laboratorio di telemedicina ed elettronica medica all'Istituto di Fisiologia cllnica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa: «Esistono tecnologie sofisticate che potrebbero permettere una telemedicina effettiva, ma questo non accade per un semplice e banale problema di organizzazione. Un'unica eccezione su tutti: Israele. Paradossalmente le problematiche socio-economìche di questo Paese hanno stimolato e diffuso ampiamente quello che per noi è ancora un approccio futuristico. Eppure l'Italia potrebbe non essere seconda a nessuno: risale addirittura al 1984 il primo progetto dì telemedicìna per cardiopatici». Monitoraggio a distanza Ci sono persone che hanno bisogno dì un "occhio vigile" in modo costante: è il caso dei diabetici. GlucoTel è sul mercato dallo scorso novembre: un piccolo apparecchio elettronico che consente di monitorare la glìcemìa e spedire i dati direttamente al database del medico attraverso il cellulare. Lo usano molti diabetici tedeschi, olandesi e quelli degli Emirati Arabi Uniti, ma anche svedesi, austriaci e perfino turchi. È un'idea dell'azienda BodyTel e, come spiega il suo direttore marketing, Mìchaela Klinger, rende più facile anche il lavoro del medico: «I dati sono trasmessi in tempo reale, il monitoraggio da parte dello specialista è continuo e aggiornato e ci sono funzioni di allarme che tramite sms o e-mail avvisano il medico se i valori registrati escono dai range. Vogliamo avviare un sistema analogo per monito-rare peso e pressione, che sarà disponibile alla fine dell'anno». Le nanotecnologie permettono di smontare e rimontare gli atomi come se fossero pezzi di Lego: ottenere in questo modo nuove molecole funzionali è lo scopo dei "designer" di nano-farmacì. Una delle ultime notìzie in questo campo è la realizzazione di una specie di "micro-sommergibile" per la consegna dì principi attivi distruttivi alle singole cellule tumorali, risparmiando così il tessuto sano. Il leader di ricerca si chiama Dan Peer, è Direttore del Laboratorio dì Nanomedicina del dipartimento di Ricerca cellulare e immunologia e del Centro per le Nanoscienze e Nanotecnologie dell'Università di Tei Aviv e dice: «Abbiamo impiegato circa quattro anni per mettere a punto questo nano-dìspositì-vo e continuiamo a perfezionarlo. Per ora gli esperimenti condotti sui topi non hanno evidenziato effetti collaterali, ma per affermare la stessa cosa sugli umani dobbiamo aspettare i risultati delle prime prove, che prevediamo inizieranno fra due anni. Il nostro sistema è come se fosse "invisìbile" al sistema immunitario ed è completamente digeribile». Anche in Europa è iniziato uno studio di nanomedicina: riguarda la cura e la diagnosi deli'Alzheimer. Il progetto si chiama NAD (Nanoparticles for therapy and diagno-sis of Alzheimer Disease), è finanziato dal Settimo Programma Quadro dell'Unione Europea, avrà un costo totale di 14.6 milioni dì euro, dì cui 3,8 destinati all'Università di Milano Bicocca, a cui appartiene il direttore scientifico del progetto, il professor Massimo Masserini che spiega: «Stiamo realizzando nanoparticelle multifunzione: a esse saranno legate molecole in grado di riconoscere (diagnosi) e distruggere (terapia) le placche amiloidi che si depositano nel cervello. La parte più difficile è far passare questi nanofarmacì attraverso la barriera emato-encefalica, il sistema di protezione del cervello che blocca le sostanze nocive presenti nel sangue e purtroppo anche i tarmaci. Per ora le prove sono state eseguite in vitro ma entro quest'estate inizieranno le prove sui topi». DIAGNOSI A 2.680 KM Cartelle cllniche elettroniche consultateli a distanza e comunicazioni via satellite per chiedere consulti medici da tutto il mondo: questo è, in poche parole, il "Progetto Tristan", dal nome dell'isola considerata uno degli insiediamenti umani più remoti al mondo: Tristan da Cunha. situata a circa 2.680 chilometri a ovest dì Città del Capo. Ora i pazienti e i medici di questa città possono accedere a teleassistenza medica avanzata, grazie a servizi e supporto offerti da un team di alta tecnologia, guidato da IBM e Beacon Equtty Partners, sotto la guida del Medicai Center dell'Università di Ptttsburgh e la consulenza del dottor Richard Bakalar. Chief Medicai Officer per IBM, che ha creato anche il primo Ufficio di Telemedicina (Telemedicine Office) integrato della Marina Militare statunitense. Racconta Paul Grundy, uno degli ideatori del progetto: «Fino a poco tempo fa, l'unico medico dell'isola, il dottor Care! Van der Merwe, poteva affidarsi a una tecnologia minima e a un supporto medico limitato. Lavorando da un ospedale senza nemmeno un telefono per fornire assistenza ai pazienti, spesso ha eseguito diagnosi e procedure "salvavita" senza apparecchiature adeguate o competenza specialistica. Data l'assenza dì un sistema di comunicazioni in grado di accettare allegati di posta elettronica e aiutare a interpretare le radiografie o gli elettrocardiogrammi, il medico si affidava a immagini digitali scansite, stampate e mandate via fax a specialisti a migliala dì chilometri di distanza, ritardando le diagnosi di giorni». Ora il medico locale acquisisce elettronicamente e condivide dati e informazioni con il resto del mondo, oltre a dialogare con i colleghi mediante videocamera».
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