lunedì 9 marzo 2009

Medicina hight tech : telemedicina , farmaci intelligenti, ecc.

Telemedicina , farmaci intelligenti, esami via sms , la salute punterà su dottori a distanza di monitor, controlli tramite software, di Monica Marcili da Donna di la Repubblica , del 7/3/09 Chirurgia robotizzata Prego, sì accomodi, il me­dico è oniine: inserisca la password. Preferisce rice­vere la visita in campagna o si troverà in città? L'im­portante è che ci sia una connessione Internet ad alta velocità, E non dimentichi di prendere la nano-medicina: il suo cervello mostra affaticamento". Un discorso fantascientifi­co, che però può diventare routine. La telemedicina, la chirurgìa robotizzata ed i farmaci progettati con le nanotecnologie sono già una realtà, destinata a rivoluzionare la figura e la preparazio­ne del medico. A patto di superare qualche banale intoppo organizzativo e tecnologico. Con la telechirurgia i medici operano a distanza, manovrando un robot, che può essere, per esempio, una sonda collegata a un computer. Per ora il li­mite di queste operazioni è legato al costo dì avere a disposizione una linea superveloce di trasmissione dati, che permetta al medico dì avere un feed-back in tempo reale fra la sua decisio­ne e la manovra, come spiega il professor Eugenio Quaini, cardiochirurgo e consulente scientìfico del Diparti­mento cardiovascolare degli Ospedali Riuniti di Bergamo: «Per poter garanti­re affidabilità e sicurezza è necessario lavorare con una banda che possa tra­smettere almeno 10 Mbìts al secondo - effettivi e contìnui - e che garantisca un ritardo di trasmissione non superio­re a 165 millìsecondi. Chiaramente l'utilizzo di questo tipo di connessioni, già disponìbili, comporta un costo proibitivo che al momento attuale non giustifica l'utilizzo diffuso della tecni­ca». Ma la chirurgia a distanza ha aperto un nuovo filone dì ricerche: sa­rà sempre meno necessario '"aprire" il paziente, limitando così il rìschio dì in­fezioni ed errori, come accenna i! professor Pier Cristoforo Giulianotti, chi­rurgo e direttore della divisione di chi­rurgia generale e robotica dell'Univer­sità delI'IIinois di Chicago: «I campì di innovazione più attivi in questo mo­mento sono la miniaturizzazione degli strumenti e lo sviluppo di software complessi per l'acquisizio­ne dì immagini in modo che la base dell'atto chi­rurgico dì "guardare" con i nostri occhi, che richiede ovviamente l'apertura del corpo, possa essere sosti­tuita da immagini ricostrui­te al computer utilizzando gli ultrasuoni. Questa è la base della robotica mini­mamente invasiva». E se il paziente avesse qualche timore? «Non c'è al­cun rischio, nella peggiore delle ipotesi l'intervento può essere immediata­mente convertito in tradizionale», ras­sicura Giulìanotti. Purtroppo la telemedicina sta avanzando molto len­tamente, spiega il dottor Remo Bedini, responsabi­le del laboratorio di telemedicina ed elettronica medica all'Istituto di Fisiologia cllnica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa: «Esistono tecnologie sofisticate che potrebbero permettere una tele­medicina effettiva, ma questo non ac­cade per un semplice e banale proble­ma di organizzazione. Un'unica ecce­zione su tutti: Israele. Paradossalmen­te le problematiche socio-economìche di questo Paese hanno stimolato e dif­fuso ampiamente quello che per noi è ancora un approccio futuristico. Eppu­re l'Italia potrebbe non essere seconda a nessuno: risale addirittura al 1984 il primo progetto dì telemedicìna per cardiopatici». Monitoraggio a distanza Ci sono persone che hanno bisogno dì un "occhio vigile" in modo costante: è il caso dei diabetici. GlucoTel è sul mer­cato dallo scorso novembre: un pic­colo apparecchio elettronico che con­sente di monitorare la glìcemìa e spedire i dati direttamente al database del medi­co attraverso il cellu­lare. Lo usano molti diabetici tedeschi, olandesi e quelli degli Emirati Arabi Uniti, ma anche svedesi, austriaci e perfino turchi. È un'idea dell'azienda BodyTel e, come spiega il suo direttore marketing, Mìchaela Klinger, rende più facile anche il lavoro del medico: «I dati sono trasmessi in tempo reale, il monitoraggio da parte dello speciali­sta è continuo e aggiornato e ci sono funzioni di allarme che tramite sms o e-mail avvisano il medico se i valori re­gistrati escono dai range. Vogliamo av­viare un sistema analogo per monito-rare peso e pressione, che sarà dispo­nibile alla fine dell'anno». Le nanotecnologie permettono di smontare e rimontare gli atomi come se fossero pezzi di Lego: ottenere in questo modo nuove molecole funzio­nali è lo scopo dei "designer" di nano-farmacì. Una delle ultime notìzie in questo campo è la realizzazione di una specie di "micro-sommergibile" per la consegna dì principi attivi di­struttivi alle singole cellule tumorali, ri­sparmiando così il tessuto sano. Il lea­der di ricerca si chiama Dan Peer, è Direttore del Laboratorio dì Nanomedicina del dipartimento di Ricerca cellu­lare e immunologia e del Centro per le Nanoscienze e Nanotecnologie del­l'Università di Tei Aviv e dice: «Abbia­mo impiegato circa quattro anni per mettere a punto questo nano-dìspositì-vo e continuiamo a perfezionarlo. Per ora gli esperimenti condotti sui topi non hanno evidenziato effetti collatera­li, ma per affermare la stessa cosa su­gli umani dobbiamo aspettare i risultati delle prime prove, che prevediamo ini­zieranno fra due anni. Il nostro siste­ma è come se fosse "invisìbile" al si­stema immunitario ed è completa­mente digeribile». Anche in Europa è ini­ziato uno studio di nanomedicina: riguarda la cura e la diagnosi deli'Alzheimer. Il pro­getto si chiama NAD (Nanoparticles for therapy and diagno-sis of Alzheimer Disease), è finanziato dal Settimo Programma Quadro del­l'Unione Europea, avrà un costo totale di 14.6 milioni dì euro, dì cui 3,8 desti­nati all'Università di Milano Bicocca, a cui appartiene il direttore scientifico del progetto, il professor Massimo Masserini che spiega: «Stiamo realiz­zando nanoparticelle multifunzione: a esse saranno legate molecole in grado di riconoscere (diagnosi) e distruggere (terapia) le placche amiloidi che si de­positano nel cervello. La parte più diffi­cile è far passare questi nanofarmacì attraverso la barriera emato-encefali­ca, il sistema di protezione del cervello che blocca le sostanze nocive presenti nel sangue e purtroppo anche i tarma­ci. Per ora le prove sono state eseguite in vitro ma entro quest'estate inizieran­no le prove sui topi». DIAGNOSI A 2.680 KM Cartelle cllniche elettroniche consultateli a distanza e comunicazioni via satellite per chiedere consulti medici da tutto il mondo: questo è, in poche parole, il "Progetto Tristan", dal nome dell'isola considerata uno degli insiediamenti umani più remoti al mondo: Tristan da Cunha. situata a circa 2.680 chilometri a ovest dì Città del Capo. Ora i pazienti e i medici di questa città possono accedere a teleassistenza medica avanzata, grazie a servizi e supporto offerti da un team di alta tecnologia, guidato da IBM e Beacon Equtty Partners, sotto la guida del Medicai Center dell'Università di Ptttsburgh e la consulenza del dottor Richard Bakalar. Chief Medicai Officer per IBM, che ha creato anche il primo Ufficio di Telemedicina (Telemedicine Office) integrato della Marina Militare statunitense. Racconta Paul Grundy, uno degli ideatori del progetto: «Fino a poco tempo fa, l'unico medico dell'isola, il dottor Care! Van der Merwe, poteva affidarsi a una tecnologia minima e a un supporto medico limitato. Lavorando da un ospedale senza nemmeno un telefono per fornire assistenza ai pazienti, spesso ha eseguito diagnosi e procedure "salvavita" senza apparecchiature adeguate o competenza specialistica. Data l'assenza dì un sistema di comunicazioni in grado di accettare allegati di posta elettronica e aiutare a interpretare le radiografie o gli elettrocardiogrammi, il medico si affidava a immagini digitali scansite, stampate e mandate via fax a specialisti a migliala dì chilometri di distanza, ritardando le diagnosi di giorni». Ora il medico locale acquisisce elettronicamente e condivide dati e informazioni con il resto del mondo, oltre a dialogare con i colleghi mediante videocamera».

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