Sintesi
Quali sono i risultati principali? Descrizione del campione aziendale In Regione Piemonte è stato intervistato un campione casuale di 3262 persone, selezionato dalla lista delle anagrafi sanitarie delle ASL. Il campione risulta ugualmente suddiviso tra uomini e donne, con età media di 44 anni. Più della metà ha un livello di istruzione alto e il 70% dichiara di avere un lavoro regolare. Percezione dello stato di salute Oltre due terzi (67%) degli intervistati considera positivamente il proprio stato di salute, mentre questa condizione riguarda solo il 38% dei soggetti con almeno una patologia severa. La percezione positiva del proprio stato di salute risulta associata anche ad età, istruzione e difficoltà economiche. Attività fisica É completamente sedentario il 23% del campione e solo il 35% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica. Circa un terzo (31%) dei sedentari ritiene di fare sufficiente attività fisica. I medici si informano sull’attività fisica svolta e la consigliano solo ad un terzo dei propri pazienti. Abitudine al fumo Il 28% degli intervistati si dichiara fumatore e il 21% ex fumatore. Quasi tutti gli ex-fumatori (95%) hanno smesso di fumare da soli e il 40% dei fumatori ha cercato inutilmente di smettere di fumare nell’ultimo anno. Oltre il 70% degli intervistati ritiene che il divieto di fumare sia sempre rispettato sul luogo di lavoro e nei locali pubblici. Non è consentito fumare nelle case di oltre l’80% dei non fumatori, ma neppure in quasi la metà delle case dei fumatori. Situazione nutrizionale e abitudini alimentari Il 30% del campione piemontese è in sovrappeso, mentre gli obesi sono il 10%. L’eccesso ponderale è trattato nel 25% dei casi con dieta e nel 70% con la pratica di attività fisica almeno moderata. Il consumo di frutta e verdura risulta diffuso, anche se solo l'11% aderisce alle raccomandazioni internazionali di consumarne cinque porzioni al giorno, mentre quasi la metà (45%) non ne consuma più di due. Diabete In Piemonte circa il 5% delle persone intervistate riferisce di avere avuto diagnosi di diabete da parte di un medico. La diffusione della patologia aumenta con l’età, con l’eccesso ponderale, ma anche con le difficoltà economiche riferite. Consumo di alcol Il 68% della popolazione tra 18 e 69 anni consuma bevande alcoliche e complessivamente il 19% ha abitudini di consumo considerate a rischio (il 10% beve fuori pasto, l'8% è bevitore “binge” e il 5% è forte bevitore). Per quanto riguarda i bevitori, gli operatori sanitari si informano in 2 casi su 10 sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcol, ma consigliano a quelli a rischio di moderarne il consumo in meno di 1 caso su 10. Sicurezza stradale L’uso dei dispositivi di sicurezza risulta ancora insoddisfacente: il 92% delle persone intervistate dichiara di utilizzare con continuità la cintura anteriore, mentre la cintura di sicurezza sui sedili posteriori viene utilizzata solo dal 28% degli intervistati. Il 15% degli intervistati dichiara, inoltre, di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente all’intervista e l'11% di essere stato trasportato da chi guidava in stato di ebbrezza. Infortuni domestici Nonostante la frequenza degli infortuni, la percezione del rischio infortunistico in ambito domestico, in Piemonte è scarsa: il 92% degli intervistati, infatti, ritiene questo rischio basso o assente. Meno di un terzo degli intervistati (27%) ha ricevuto, principalmente da mass media e opuscoli, informazioni per prevenire gli infortuni domestici. Tra i soggetti informati, il 27% ha messo in atto misure per rendere più sicura la propria abitazione. Vaccinazione antinfluenzale Solo il 24% degli intervistati tra i 18 e i 64 anni, con almeno una condizione a rischio per le complicanze dell'influenza (diabete, tumore, malattie cardiovascolari), si è vaccinato lo scorso anno. Vaccinazione antirosolia Oltre la metà delle donne tra 18 e 49 anni è immune alla rosolia, ma 4 donne su 10 non conoscono il proprio stato immunitario, facendo pertanto ritenere che il numero di donne suscettibili sia ancora molto lontano dal 5% necessario per eliminare la rosolia congenita. Rischio cardiovascolare Si stima che l’8% della popolazione piemontese tra i 18 e 69 anni non abbia mai controllato la pressione arteriosa. Tra coloro che l’hanno misurata circa un quinto riferisce di essere iperteso ed il 71% degli ipertesi è in trattamento farmacologico. Una persona su quattro (26%) dichiara di non aver mai controllato il colesterolo. Tra coloro che hanno fatto l’esame, circa un quarto (26%) dichiara di avere valori elevati di colesterolemia e, tra questi ultimi, il 24% dichiara di essere in trattamento farmacologico. Solo il 4% degli ultratrentacinquenni intervistati riferisce che un medico ha valutato il loro rischio cardiovascolare attraverso l’uso del “punteggio” o della “carta del rischio”. Sintomi di depressione In Piemonte l'8% delle persone intervistate riferisce di aver avuto sintomi di depressione nelle due settimane precedenti l’intervista. Le donne, le persone con difficoltà economiche o affette da patologie croniche sono i soggetti maggiormente a rischio. Quasi la metà di coloro che riferisconosintomi di depressione, per questi problemi non chiede l’aiuto di nessuno. Screening neoplasia del collo dell’utero In Piemonte l’80% delle donne tra 25 e 64 anni ha effettuato almeno un Pap test negli ultimi tre anni, ma l’11% non ne ha mai fatto uno nel corso della sua vita. Ritenere di non avere bisogno di questo intervento di prevenzione secondaria è il principale motivo riferito per non effettuare il Pap test nei tempi previsti dal programma di screening. Screening neoplasia della mammella Il 70% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato almeno una mammografia preventiva; anche in questo caso però l’11% non ne ha mai fatta una nel corso della sua vita e la principale motivazione consiste nel ritenere di non avere bisogno di questo intervento di prevenzione secondaria. Screening tumore del colon retto In Piemonte il programma organizzato di screening per il tumore del colon retto è di recente attivazione ed è ancora in fase di implementazione. Per scopo preventivo, solo il 9% degli ultracinquantenni riferisce di avere eseguito un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e l'8% una flessosigmoidoscopia o una colonscopia.
orso costano : questo modello di promozione della salute, condiviso dalla Regione Piemonte ha qualche lacuna. Non prende in nessuna considerazione le correlazioni esistenti tra stati di difficolta' materiali/sociali /culturali e lo sviluppo delle malattie. Ricordo solo lo strumento I.C.F. , International Classification of Functioning, Disability and Health dell'OMS , che include le attività , la partecipazione , i fattori ambientali oltre ai parametri corporei , tra gli indicatori di salute . La Regione Piemonte ha tenuto corsi regionali sullo strumento , ma poi non ha effettuato verifiche sulla sua applicazione. Il Progetto PASSI proviene dall'ISS (Istituto superiore di Sanita') e questo depone per una sua forte credibilita'. Ma in una situazione sociale come quella che sta attraversando il Piemonte e tutto il paese ci saremmo aspettati un forte riferimento ed utilizzo degli indicatori sopraricordati dell'OMS.
Neppure viene monitorato il consumo dei farmaci , come se non fosse fattore di rischio. Ancora una volta , a tal proposito ricordo il Disease Mongering, cioe' le malattie "forzose" , cui abbiamo dedicato alcuni Post , che spingono ad un consumo inutile e dannoso dei farmaci.
Ma del resto non e' abitudine delle Asl della Regione Piemonte (in Italia poche lo fanno , vedi l'osservatorio ARNO) pubblicare (puo' essere agevolmente fatto , e' solo questione di buona volonta' e trasparenza) i dati sul consumo dei farmaci. ...Peccato , da quei dati potremmo indirettamente capire di che malattie i cittadini di una precisa area si ammalano.
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