Edmund Burke (1729-1797) RIFLESSIONI SULLA RIVOLUZIONE IN FRANCIA « Fare una rivoluzione significa sovvertire l'antico ordinamento del proprio paese; e non si può ricorrere a ragioni comuni per giustificare un così violento procedimento. […] Passando dai principî che hanno creato e cementato questa costituzione all'Assemblea Nazionale, che deve apparire e agire come potere sovrano, vediamo qui un organismo costituito con ogni possibile potere e senza alcuna possibilità di controllo esterno. Vediamo un organismo senza leggi fondamentali, senza massime stabilite, senza norme di procedure rispettate, che niente può vincolare a un sistema qualsiasi. [...] Se questa mostruosa costituzione continuerà a vivere, la Francia sarà interamente governata da bande di agitatori, da società cittadine composte da manipolatori di assegnati, da fiduciari per la vendita dei beni della Chiesa, procuratori, agenti, speculatori, avventurieri tutti che comporranno una ignobile oligarchia, fondata sulla distruzione della Corona, della Chiesa, della nobiltà e del popolo. Qui finiscono tutti gli ingannevoli sogni e visioni di eguaglianza e di diritti dell'uomo. Nella "palude Serbonia" di questa vile oligarchia tutti saranno assorbiti, soffocati e perduti per sempre. » (Edmund Burke, Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia) La Rivoluzione francese contro la proprietà privata. All'inizio hanno cercato di giustificare l'oltraggio recato a ogni diritto di proprietà con quanto, sulla base del loro modo di comportarsi, appare il più stupefacente di tutti i pretesti possibili: il rispetto del rapporto fiduciario vigente nella nazione. Questi nemici della proprietà, infatti, hanno originariamente finto di nutrire scrupoli e preoccupazioni delicate quanto al mantenimento degli impegni pubblici contratti dal re. Questi professori dei diritti umani sono talmente occupati a indottrinare gli altri che non rimane loro tempo per imparare nulla, altrimenti avrebbero saputo che il primo obbligo della società civile è quello verso la proprietà dei cittadini, non verso le richieste dei creditori dello Stato. I diritti del cittadino vengono prima in ordine di tempo, sono supremi in ordine d'importanza e sono superiori per relazione a tutti gli altri. I beni del privato, che egli li possegga per averli acquistati, oppure per eredità o in virtù di una certa partecipazione alle ricchezze di qualche comunità, non fanno parte - né espressamente né in maniera sottintesa - della garanzia data ai creditori. Una garanzia di questo tipo era assai lontana dalla mente del creditore al momento dell'accordo, giacché questi ben sapeva come un organismo pubblico, sia esso rappresentato da un monarca o da un Senato, possa offrire solo la garanzia della proprietà pubblica e non possa avere altra proprietà di tal genere che quella derivante da tasse giuste e proporzionate imposte a tutti i cittadini. Questo e solo questo è stato promesso ai creditori dello Stato. Nessun uomo può ipotecare la propria ingiustizia quale pegno della propria fedeltà. Burke ed Hayek: la critica alle "pretese" della ragione e l'esaltazione del riformismo Ciò che hanno in comune di sicuro due pensatori come Burke ed Hayek, è il sospetto e la sfiducia verso le "pretese" della ragione. Pretese che Hayek vede esemplificate in Cartesio quando questi si accinge alla rifondazione dell'epistemé o quando afferma di volersi disfare delle proprie precedenti convinzioni e di volerle sostituire con delle nuove, fondate razionalmente 118. Hayek critica la posizione " costruttivista " di Cartesio e di Rousseau ma non si esprime direttamente sul concetto di rivoluzione. I suoi argomenti sono però utili per comprendere la critica che Burke muove ai fatti francesi e in definitiva al concetto di rivoluzione. Burke contrappone alla rivoluzione francese quella inglese ma ciò non dimostra che sia favorevole a certe rivoluzioni perché quella Inglese come abbiamo già largamente sottolineato non è una rivoluzione moderna. Burke ed Hayek sono contrari agli stravolgimenti radicali ma favorevoli alle riforme che nascono dal desiderio di cambiare singoli aspetti della realtà. In questo senso le riforme sono le risposte che l'uomo elabora per ovviare ai problemi e alle necessità che di volta in volta bisogna superare per il corretto funzionamento della società. Non è però possibile rifiutare in toto la nostra società e la nostra cultura perché per Burke è un empietà ed un salto nel vuoto, mentre per Hayek il problema è prima di tutto teoretico. Secondo il filosofo austriaco noi possiamo criticare singoli valori alla luce degli altri valori della nostra cultura. Voler invece porsi al di sopra della nostra società è oltre che pericoloso impossibile perché dovremmo prima di tutto rifiutare quelle categorie mentali attraverso cui vediamo la realtà. Per Hayek rifiutare radicalmente la realtà in cui siamo immersi è una finzione, come se noi volessimo descrivere i nostri occhiali mentre li portiamo. Noi non possiamo perciò metterci al di sopra della nostra civiltà 119. Alla luce di quanto appena accennato si capisce quanto sia profonda la convergenza tra i due autori menzionati. Burke si oppone allo stravolgimento radicale della società in nome di "astratte" fantasticherie. Hayek completa questa posizione, con argomentazioni puntuali ed esaurienti che al nostro autore derivano dai suoi svariati studi, da quelli economici a quelli di psicologia cognitiva. Burke si oppone alla rivoluzione come possibilità generica di cambiamento rapido e completo ed Hayek fornisce la giustificazione teoretica di tale opposizione. Entrambi concordando nel rifiutare le pretese della ragione di voler modellare l'ordine sociale a proprio piacimento, colpiscono al cuore la possibilità stessa della rivoluzione. Per saperne di piu' clicca
1 commento:
Burke e' un pensatore che difese nell'Inghilterra coloniale di allora, le colonie americane che ambivano alla liberta'. Le sue riflessioni sulla Ragione (cosi' come gli Illuministi della Rivoluzione Francese l'avevano immaginata) sono state riprese oggi dalla nuova destra per ripensare le funzioni dello stato rispetto ai diritti dell'individuo. Sono comunque molto interessanti...
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