II doppio senso del DNA ,
da LE SCIENZE di febbraio 09 , di Daniele Fanelli
Scoperto un microrganismo in cui una sequenza codifica per due amminoacidi Se il codice genetico è il linguaggio della vita, ne abbiamo colto il primo doppio senso. Un team di biochimici statunitensi ha scoperto un microrganismo in cui la stessa sequenza di DNA codifica per due amminoacidi diversi. La ricerca, pubblicata su «Science», rovescia mezzo secolo di certezze, e farà riscrivere i manuali di genetica. Le istruzioni per costruire un organismo sono scritte in un alfabeto di quattro lettere, le «basi» del DNA (A, G, C, T, cioè adenina, guanina, citosina, timina). A gruppi di tre, queste basi formano «parole» (AGC, CCT e cosi via), ciascuna corrispondente a un amminoacido, cioè a un mattone fondamentale delle proteine. Un gene, quindi, è simile a una lunghissima frase che contiene alcune istruzioni e la lista degli amminoacidi necessari a fare una proteina. La frase è copiata e poi tradotta in proteine dall'RNA detto «messaggero» (mRNA), una molecola a filamento simile al DNA ma scritta in un alfabeto leggermente diverso: al posto della timina ha l'uracile (U). Finora si pensava che il codice genetico fosse univoco e preciso; che, cioè, in tutti gli organismi facesse corrispondere a ogni tripletta di DNA o RNA un solo amminoacido. A più di cinquant'anni dalla scoperta della doppia elica, i genetisti ne erano così convinti da considerarlo quasi un dogma, riportato in tutti i testi accademici. Libri che un umile protozoo marino obbligherà adesso a correggere: neH'mRNA di Euplotes crassus, infatti, la sequenza UGA richiama a volte l'amminoacido ci-steina e a volte un altro, la selenocisteina. E questo anche all'interno di uno stesso gene. Come può questa ambiguità non creare il caos all'interno di E. crassus? Gli autori della scoperta, guidati da Vadim Gladishev, dell'Università del Nebraska, avrebbero già in parte risolto il mistero. L'mRNA di questo organismo ha una particolare sequenza terminale, che modifica la forma del filamenti creando un piccolo anello. Per un meccanismo non ancora compreso, questa struttura influisce sulla traduzione delle triplette UGA. Quelle vicine all'anello richiamano la selenocisteina, le altre la cisteina. È la prima infrazione del codice genetico mai osservata, e gli autori ritengono che non sia l'unica. Perché la loro scoperta dimostra che nell'evoluzione biologica non ci sono regole assolute.
1 commento:
Una conferma ulteriore della non biunivocita' tra un gene e la sintesi di una corispondente proteina. Questa volta non e' implicato il
"tagli e cuci" operato dai diversi RNA cellulari quanto piuttosto la forma circolare del DNA.
Il panorama si complica e la "pressione ambientale" assume ancor piu' rilievo. Sullo sfondo la selezione naturale e l'adattamento. Darwin aveva visto giusto?
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